Il Pd teme la rabbia sociale, al Nazareno hanno paura di trovarsi in un vicolo cieco, costretti a sostenere comunque questo governo perché “non ci sono alternative”, ma consapevoli che senza una scossa si rischia di non riuscire ad arginare il malessere per la crisi economica innescata dal Coronavirus. Nicola Zingaretti usa la presentazione del libro di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, per mandare alcuni messaggi chiari al governo, al presidente del Consiglio e agli alleati: è ora di cambiare passo e di agire avendo le idee chiare perché nei prossimi mesi “avremo solitudine, che diventa paura, rabbia…E dalla rabbia scaturisce l`odio”. Le parole dette ieri da Giuseppe Conte vanno nella direzione giusta per Zingaretti, ma ora c`è un solo modo di rispondere al rischio di rivolta sociale e non è “alzare le spalle” ma “avere il coraggio di dire a chi ha paura `hai ragione ad aver paura, ma possiamo farcela`”. Un messaggio credibile, avverte però il Pd, solo se si agisce con “velocità” e usando bene – cioè in investimenti e non con misure improvvisate – i “miliardi” che arriveranno dall`Ue.
Il timore circola già da settimane tra i democratici, le assemblee di senatori e deputati e le chat collettive su whatsapp spesso diventano sfogatoi per i ritardi con cui vengono pagate le Cig, per le banche che bloccano i prestiti nonostante il “Dl liquidità”. Un malumore che lambisce persino i ministri Pd, spesso criticati dai parlamentari dem. Zingaretti e Franceschini, finora, hanno sempre sopito le critiche, spiegando che il governo va comunque difeso perché l`alternativa è solo un salto nel buio, oltre che un regalo a Matteo Renzi che lavora per nuovi assetti. Ma questo non significa restare alla finestra, la pressione sociale aumenta e Zingaretti adesso manda messaggi chiari al presidente del Consiglio. “Dobbiamo mettere in campo ricette economiche”, perché “è cambiato tutto” e adesso “occorre una grande politica. Bisogna capire che è cambiata l`agenda”, la paura per la malattia sta cedendo il passo a quella per “il futuro”, per la perdita del lavoro, per la mancanza di un reddito. Insieme all`ossessione – giusta – che abbiamo avuto di combattere il virus dobbiamo ora creare lavoro, riaccendere l`economia. L`odio lo si ferma non facendo coloro che alzano semplicemente le spalle. Dobbiamo comprendere i motivi della rabbia”.
Ricci, in un gioco di sponda, è ancora più esplicito: “Siamo ad un bivio – avverte – potremo prendere la strada della ricostruzione e della rinascita, oppure quella del conflitto, della rabbia, dell`aumento dell`odio. La parola chiave è `velocità`. L`Europa ha fatto un salto in avanti, ma sia le risorse dell`Europa, sia le risorse importanti che il governo italiano ha stanziato se non arriveranno velocemente nelle tasche dei lavoratori, delle famiglie, dei cittadini… Prenderemo la strada del rancore e della rabbia sociale. Ci sono risorse, ma se non arrivano nel momento giusto perdono efficacia e rischiamo che il clima ci travolga”. E il sindaco di Pesaro rende esplicito ciò che Zingaretti aveva lasciato tra le righe. Il governo deve cambiare passo, non bastano più le misure estemporanee per tamponare l`emergenza, serve una “visione”, un “progetto”, bisogna mettere da parte le misure di tipo assistenziale per concentrare le risorse sugli “investimenti”, su “infrastrutture” come “l`alta velocità”.
Insomma, la richiesta di un cambio di rotta rispetto alle politiche che piacciono a M5s. Spiega Ricci: finora il governo con i vari decreti ha messo in campo “una manovra di resistenza per le categorie che hanno subito più danni. Adesso la partita è immaginarci il futuro del Paese: come le investiamo le risorse che arrivano dall`Europa? Per cambiare l`italia o per traccheggiare? Franceschini ha giustamente lanciato l`idea di un piano infrastrutturale, penso all`alta velocità sulla costa adriatica…”. Insomma, quei soldi verranno usati “per un piano di rinascita e di sviluppo o per fare piccolo cabotaggio? Ricci dice anche esplicitamente che su questo punto si può andare anche oltre i confini della maggioranza, cercando la convergenza della parte responsabile dell`opposizione, cioè Fi: “Occorre un governo ma anche, giustamente, come Nicola ha ribadito, una coesione che vada anche al di là del confine governativo”. E per non lasciare dubbi: “Lo dico io così tolgo dall`imbarazzo qualcuno: vedo in Fi un atteggiamento diverso rispetto agli altri. Penso che con Fi sui temi della velocità e della semplificazione in Parlamento si possa trovare qualche accordo”.
Parole che Zingaretti subito sottoscrive, “condivido, assolutamente”. Anche perché, spiega il segretario Pd “concordia” non significa “fare inciuci: o c`è un Paese che pensa al futuro oppure non ce la facciamo. A me ha molto colpito un`intervista bellissima di monsignor Zuppi di Bologna: `Ma cosa altro deve accadere per capire che ci dobbiamo unire per trovare delle soluzioni`? Ha ragione! Certo che ci sarà la dialettica politica o sociale, ma che c`è un valore patriottico superiore che deve portarci alla ricerca di soluzioni comuni!”. Una presa di posizione proprio all`indomani del discorso di Conte sulla `Fase 3`. Parole che al Pd hanno sostanzialmente apprezzato, ma che ora per i democratici devono essere tradotte in scelte concrete. Perché, come spiega un parlamentare Pd, “se non diamo soldi e prospettive alla gente a settembre rischiamo il caos. Non è che cade il governo, avete visto cosa sta iniziando a succedere nelle piazze? Viene giù tutto, non si salva nemmeno l`opposizione…”.