Il pg di Milano: Corona torni in carcere. L’avvocato: un sacrilegio

In settimana la decisione del Tribunale di Sorveglianza

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Fabrizio Corona deve tornare in carcere. La pensa così il sostituto procuratore generale di Milano, Antonio La Manna, che ha chiesto ai giudici del Tribunale di Sorveglianza di revocare il differimento pena concesso all’ex re dei paparazzi nel dicembre 2019 per consentirgli di potersi curare dalla “patologia psichiatrica” che lo affligge. Secondo il magistrato, infatti, l’ex fotografo avrebbe violato alcune delle prescrizioni impartite dal Tribunale, come il divieto dell’utilizzare social network e quello andare in tv. “Sarebbe un sacrilegio rimandare Fabrizio in carcere”, ha sottolineato il suo difensore, l’avvocato Ivano Chiesa. La palla è ora in mano ai giudici del Tribunale di Sorveglianza. Il verdetto è atteso entro la fine di questa settimana.

Corona, presente in aula, ha preso la parola per rendere alcune brevi dichiarazioni spontanee leggendo alcuni appunti contenuti in due fogli manoscritti. Davanti ai giudici che dovranno stabilire se farlo tornare in carcere, ha riconosciuto di “aver commesso violazioni” di alcune prescrizioni che invece avrebbe dovuto rispettare, ammettendo di aver “sbagliato”. Ha anche chiesto “perdono”, implorando il Tribunale di evitargli il “ritorno all’inferno”. Dello stesso avviso i suoi difensori, gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, che in aula hanno ribadito la necessità di non “buttare all’aria” un percorso terapeutico che, a loro giudizio, ha finora portato a “ottimi risultati”. L’aspetto da tenere presente, ha spiegato l’avvocato Chiesa fuori dall’aula, è che “queste violazioni, ammesso che esistano, non sono tali da giustificare una revoca del differimento pena. E comunque non bastano a superare le necessità di cura. Tutte le relazioni mediche acquisite dai giudici sono positive, dicono che Fabrizio ha ottenuto ottimi risultati e che sarebbe per lui un guaio tornare indietro”.

Corona, secondo il suo difensore, non ha violato nessuna delle prescrizioni impartite dal magistrato di Sorveglianza: “Non c’è scritto da nessuna parte che Fabrizio non può usare social o andare in televisione. E’ la sua vita. Se va in tv a fare il giornalista o a pubblicizzare un paio di occhiali, commette un illecito? Quando c’è stata l’inibizione da parte del magistrato di sorveglianza, lui si è attenuto”. Il legale sospetta che Corona sia vittima di un accanimento giudiziario: “Gli hanno perfino contestato la violazione delle norme anti-Coronavirus perché ha ospitato in casa sua il proprio personal trainer quando la palestra era stata chiusa per lockdown e lui non lo sapeva”.