Il piano di Conte prende corpo: fiducia Camere e poi un mese per “volenterosi”

Il piano di Conte prende corpo: fiducia Camere e poi un mese per “volenterosi”
Giuseppe Conte
19 gennaio 2021

Ottenere la fiducia, senza puntare alla maggioranza assoluta almeno al Senato, e poi un mese di tempo per consolidare la maggioranza con un gruppo di “volenterosi”. E’ questo lo schema che ha in mente Giuseppe Conte per uscire dalla crisi di governo. Parlando alla Camera, il premier ha chiuso ancora una volta la porta a Italia viva. Una decisione che era già diventata definitiva quando il premier aveva sentito Matteo Renzi, in conferenza stampa, annunciare il ritiro delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. “Non se lo aspettava ed è evidente che non si può tornare indietro. Non si può cancellare il passato, per di più andando contro quello che è il sentire dei cittadini”, spiega una fonte vicina al presidente del Consiglio.

Altra cosa, viene spiegato, è l’eventuale arrivo di parlamentari di Iv, che sarebbero accolti “a braccia aperte”. Anzi, uno dei tentativi in atto è proprio quello di spaccare i gruppi renziani. Archiviato dunque, nonostante le ‘aperture’ arrivate anche ieri, il rapporto con Italia viva, si mira ad andare avanti con i “costruttori”, gruppo ancora da formare e su cui continuare a lavorare dopo il passaggio di oggi al Senato. A Palazzo Madama, ieri il governo ha incassato la fiducia con 321 voti a favore. Agli eventuali nuovi “responsabili”, ieri Conte aveva promesso due cose fondamentali. In primo luogo c’è da attribuire il posto di Ministro dell’Agricoltura, la cui delega manterrà solo per “lo stretto necessario”.

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Ma soprattutto, e qui è stata la novità di prospettiva politica, ha assicurato l’intervento del governo per promuovere una legge proporzionale, che può suscitare grande interesse nella prospettiva del voto, quando sarà. A questo impegno, il premier ha unito la garanzia che “farò la mia parte”. Se non ancora una vera e propria discesa in campo nell’agone politico, spiegano fonti qualificate, la promessa di essere disposto a prendere la guida del raggruppamento, al governo e dopo. “Del resto questo – spiega una fonte autorevole – è sempre stato il suo progetto: unire in modo stabile la coalizione, rafforzando la parte centrista per un migliore equilibrio”. Allo strappo dell’oramai ex Fi, Renata Polverini, potrebbero seguirne altri, il governo, Conte in primis, confida in una vera e propria slavina che potrebbe partire nei prossimi giorni, prima possibile – la speranza – per non aprire crepe nella maggioranza, facendo svenire le poche certezze che finora sembrano aver retto.

Il disegno è chiaro anche nel discorso pronunciato da Conte in Aula, che guarda all’Europa e apre uno spiraglio sulla legge proporzionale, come detto, offerta allettante anche per gli azzurri. Tanto che c’è chi è pronto a scommettere in assenze strategiche dei forzisti oggi a Palazzo Madama, salvifiche per abbassare il quorum e dare la possibilità al governo di dimostrare che i voti dei renziani non sono determinati per tenere in vita Conte e il suo governo. Insomma, Conte si prepara alla sfida, presto, prestissimo, cederà la delega all’Intelligence ad uno dei suoi uomini di fiducia, “anche se non ha ancora deciso chi”, assicurano dal suo staff. La prima prova di un cambio di passo che gli consenta di mantenere il timone del governo, in una crisi in cui è difficile non smarrire la rotta. Questo il piano sulla carta, nel mezzo ci sono tutte le variabili e le incognite della politica italiana.

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