Il Ppe prolunga sospensione di Fidesz dal gruppo. Berlusconi vede Orban: “Sono fiducioso”
Confronto tra i due leader anche su coronavirus, Balcani e terrorismo. Prossima riunione del Partiro popolare europeo il 6 febbraio VIDEO
Silvio Berlusconi ha incontrato a Palazzo Grazioli il primo ministro ungherese Viktor Orba. “Ci siamo soffermati anche sul ruolo nel Partito popolare europeo di Fidesz, il suo partito – ha detto il leader di Forza Italia – che ha ottenuto più del 50% dei voti in Ungheria. Sono fiducioso che si possa trovare un punto di incontro tra le diverse posizioni: Forza Italia continuerà ad impegnarsi affinché Orban non lasci la più grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa che è appunto il nostro Partito popolare Europeo e ho chiesto, a lui e al suo partito, di dare segnali positivi sulla loro volontà di rimanere come forza attiva nel Partito popolare europeo”.
E prima dell’incontro a Roma, tra i due leader, durato poco più di tre ore, a Bruxelles, proprio il Partito popolare europeo si era riunito in assemblea, decidendo di prolungarne la sospensione e rinviando di fatto ogni decisione sul partito del premier ungherese. A pesare le derive populiste e antieuropee del premier magiaro, oltre al mancato rispetto dello stato di diritto da parte di Budapest. Di certo, il futuro politico di Orban e’ nelle mani del Ppe. Nel corso della colazione di lavoro, il Cav e il premier ungherese si sono confrontati anche sui principali temi di politica italiana e internazionale. Hanno parlato dell`emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Coronavirus, della situazione dei Balcani in vista di un possibile allargamento dell`Unione europea e del contrasto al terrorismo internazionale alla luce degli ultimi attentati e del rischio di una forte ondata di immigrazione dalle coste del Nord Africa.
Da sempre Berlusconi rappresenta per Orbán la “spalla” per la sua permanenza nel Ppe di Angela Merkel, ma il mood tra i Popolari è diventato sempre più ostile nei confronti del primo ministro ungherese, contestato per le leggi liberticide e la “democrazia illiberale”, come lui stesso ha definito il suo regime. È altrettanto vero, però, che per il Ppe rinunciare ai 13 seggi di Fidesz non è una scelta indolore. Berlusconi tenta adesso l’ultima mediazione. Dopo l’Assemblea politica di oggi a Bruxelles, il Ppe si riunirà di nuovo il 6 e il 7 febbraio a Salisburgo: il presidente Donald Tusk e i capi delegazione si incontreranno per coordinarsi e discutere le priorità del Partito popolare europeo.