Moncone: “La Sicilia ha pagato prezzo molto alto sul fronte immigrazione”

Le strutture di accoglienza e di trattenimento degli immigrati in Sicilia, il ruolo delle Prefetture e degli Enti Locali, la scomparsa di quasi duemila minori non accompagnati, il fenomeno del caporalato nelle campagne: questi i temi affrontati stamane dalla Commissione regionale Antimafia nel corso dell’audizione del Prefetto Mario Morcone, capo Dipartimento Immigrazione del Ministero dell’Interno. “Abbiamo focalizzato l’attenzione soprattutto sul Centro Cara di Mineo, sugli Sprar e su quello che sembra essere diventato in Sicilia un vero e proprio “business” dell’immigrato – ha detto il presidente della commissione Antimafia Nello Musumeci. “E’ emerso un quadro interessante, contrassegnato da omissioni, abusi, complicità, ma talvolta anche da attività trasparenti e apprezzabili. Lavoriamo da mesi su questo fronte, incontrando anche il sospetto ostracismo di certa burocrazia. Capiremo presto se si tratta di ingiustificata prudenza o di inammissibile connivenza”.

Secondo Morcone, “nel 2014 la Sicilia ha pagato un prezzo molto alto sul fronte dell’immigrazione”. “Gran parte delle 170 mila persone arrivate nel nostro Paese lo scorso anno sono approdate in Sicilia – afferma il prefetto – la regione che ha offerto il contributo piu’ forte e che tuttora accoglie il 22% delle persone che abbiamo in accoglienza . Questo da un lato ha determinato risorse e opportunita’, dall’altro problemi e anche grandi: la scommessa deve essere quella di un’autentica condivisione in tutti i territori nazionali della piu’ grande emergenza umanitaria che abbiamo mai vissuto e che speriamo nel 2015 non si ripeta”. In ogni caso, per Morcone “il Paese deve rispondere tutto insieme, non se ne puo’ far carico solo la Sicilia, il Mezzogiorno o alcune regioni piu’ generose di altre”.

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