Premierato e Piano Mattei al Senato, Mattarella autorizza avvio iter parlamentare

Premierato e Piano Mattei al Senato, Mattarella autorizza avvio iter parlamentare
Sergio Mattarella
16 novembre 2023

Il Quirinale ha dato il via libera alla presentazione in Senato del disegno di legge sul premierato e al decreto legge Piano Mattei, autorizzando così l’inizio del percorso legislativo. Il ddl, finalizzato a introdurre il premierato, è stato firmato dal presidente Sergio Mattarella, consentendone la trasmissione alle Camere dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso 3 novembre. Contestualmente, il Capo dello Stato ha anche emesso il decreto legge per il “Piano Mattei” mirato allo sviluppo nei Paesi africani. In poco più di 24 ore dall’arrivo del testo al Quirinale, dunque, Mattarella ha dato il via libera alla presentazione in Parlamento del disegno di legge costituzionale sul premierato, un passo necessario, ma la tempestività con cui è stato concesso sembra sottolineare la volontà del Quirinale di non interferire nella riforma proposta da Giorgia Meloni e delineata dalla ministra Elisabetta Casellati.

Il Quirinale mantiene una posizione di non interferenza nel processo legislativo. Si evidenzia il concetto che il Parlamento detiene la sovranità, e eventualmente, anche gli elettori, nel caso si arrivi a un referendum. Il Quirinale si è tenuto fuori dal dibattito fin dall’inizio. Nonostante le voci circolate riguardo a un possibile coinvolgimento del Presidente nella nomina dei ministri, Mattarella ha scelto di non intervenire nell’iter di una riforma costituzionale che potrebbe impattare sui suoi poteri. Il disegno di legge sul premierato avvia ora il suo percorso parlamentare. Dato che si tratta di una modifica costituzionale, richiede due letture separate da parte di Camera e Senato, con almeno tre mesi di distanza tra di esse. Per ottenere l’approvazione nella seconda votazione, è necessaria la maggioranza assoluta dei membri di ciascuna Camera. Se la riforma viene approvata da entrambe le Camere con una maggioranza di due terzi dei loro membri, non si procede con il referendum popolare come indicato dalla Costituzione.

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Meloni si mostra ottimista

 

Meloni si mostra ottimista riguardo al consenso per la riforma. Ha sottolineato che lavoreranno affinché la proposta raccolga un ampio consenso e possa raggiungere la maggioranza dei due terzi, esprimendo fiducia nel fatto che la maggioranza degli italiani vedrà l’opportunità storica di accompagnare l’Italia nella Terza Repubblica, rendendola una democrazia matura, stabile ed efficiente, anche in caso di un eventuale referendum. “Lavoreremo perché” la riforma “possa avere il più ampio consenso possibile e possa raggiungere la maggioranza dei due terzi”, ha ribadito Meloni nei giorni scorsi.

 

Il disegno di legge costituzionale

 

La premier, in ogni caso, si è detta convinta che anche in caso di referendum “la maggioranza degli italiani coglierà l’occasione storica di accompagnare l’Italia nella Terza Repubblica e renderla una democrazia matura, più stabile ed efficiente”. Il ddl Casellati inizierà il suo percorso in Parlamento dal Senato. È soprattutto ai voti di Italia viva che guarda la maggioranza, ma Matteo Renzi frena sulla riforma: “Io sono sulla stessa posizione di sempre: sono per l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Il problema è che questa riforma non deve essere pasticciata – ribadisce l’ex premier – Possibile che noi eleggiamo direttamente il presidente del Consiglio e questo o questa non ha neanche il potere di revocare o nominare i ministri? Con la riforma Casellati, un pasticcio, il premier non lo può fare”.

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