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A Bergamo una piccola folla ha accompagnato con urla e insulti l’uscita dal comando provinciale dei carabinieri di Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio, diretto sotto scorta verso il carcere. Il suo dna coincide al 99,99% con quello rinvenuto sul corpo della ragazzina scomparsa nel novembre 2010 e trovata morta tre mesi dopo. Durante il suo primo interrogatorio l’accusato, un 44enne sposato con tre figli, si è avvalso della facoltà di non rispondere sapere il suo avvocato, nominato d’ufficio, Silvia Gazzetti. “E’ un fermo, è solo un indiziato di delitto”. Bossetti, ha dichiarato l’avvocato, ha detto di “essere sereno”.