Il Principe Harry ha ottenuto una significativa vittoria legale contro il tabloid britannico Daily Mirror, segnando un punto importante nella sua battaglia contro la stampa scandalistica. Il Duca di Sussex ha visto riconosciuti i suoi diritti nella causa contro l’editore del quotidiano, Mirror Group Newspapers (MGN), che è stato condannato per la pubblicazione di articoli basati sull’intercettazione dei messaggi telefonici del principe.
Il giudice Timothy Fancourt ha dichiarato che i messaggi telefonici del Principe Harry, risalenti al periodo tra il 2003 e il 2009, furono oggetto di spionaggio. Ha sottolineato l'”angoscia” e il disagio che il giovane principe ha vissuto per le intrusioni nella sua privacy e nelle comunicazioni personali. Come risultato di questa decisione, Harry riceverà un risarcimento di 140.600 sterline, pari a circa 163.000 euro. Il verdetto, destinato ad avere profonde implicazioni nel panorama mediatico britannico, rappresenta la prima di una serie di azioni legali intraprese dal principe contro la stampa del Regno Unito. La causa si è concentrata sul periodo tra il 2006 e il 2011, quando, nonostante un’inchiesta pubblica sulla condotta dei media britannici, il Daily Mirror ha continuato a effettuare “estese” intercettazioni telefoniche di celebrità, compreso il Principe Harry.
La sentenza è particolarmente significativa perché segna la prima volta, in oltre un secolo, che un membro della famiglia reale britannica testimonia in un processo. Il Principe Harry è salito sul banco dei testimoni come parte integrante della sua lotta contro l’invasione della privacy e l’atteggiamento senza scrupoli della stampa. In una dichiarazione letta fuori dal tribunale dal suo avvocato, Harry ha commentato: “Mi è stato detto che uccidendo i draghi ci si brucia. Ma alla luce della vittoria di oggi e dell’importanza di fare ciò che è necessario per una stampa libera e onesta, è un prezzo che vale la pena pagare. La Missione continua. Grazie mille”.
L’alto giudice ha stabilito che i vertici di The Mirror erano perfettamente informati delle pratiche illegali in corso, coinvolgendo anche nomi di spicco come Piers Morgan, una figura di rilievo nella stampa britannica. La sentenza potrebbe avere un impatto duraturo sulle pratiche giornalistiche nel Regno Unito, ponendo un freno alle intercettazioni illegali e alle violazioni della privacy perpetrate dalla stampa scandalistica. In conclusione, la vittoria del Principe Harry rappresenta non solo un successo personale, ma anche un passo significativo verso la tutela della privacy e l’etica nella stampa britannica. La sua missione di difendere la verità e la dignità contro un giornalismo invasivo sembra ora ottenere il riconoscimento giuridico che ha cercato per anni.