La partita del Quirinale riaccende amori e riporta a galla antiche ruggini. Le ruggini, e non è una buona notizia, riguardano il partito del premier Matteo Renzi. La minoranza ha ripreso voce e non ha alcuna intenzione di fare sconti. Al punto che ospite di Otto e Mezzo Pier Luigi Bersani lancia avvertimenti: “L’impressione è che si prepari la minestra con la destra, e poi la si faccia mangiare a un pezzo del Pd. È un’impressione, ma se ce l’hanno in tanti è un’impressione sgradevole che bisogna togliere dal tavolo. Il Presidente della Repubblica va fatto con tutti ma il compito di mettere un soggetto sul tavolo ce l’ha il Pd”.
Silvio Berlusconi, invece, prova in tutti i modi a tenere unito il centrodestra e gioca d’anticipo incontrando a Milano Angelino Alfano per definire una strategia comune in vista della partita del Colle. Il Cav pensa a una rosa di candidati condivisi con l’ex delfino per sparigliare e costringere Matteo Renzi a scoprire le carte. La mossa, raccontano, sarebbe stata preparata in questi giorni e ufficializzata nel vertice di oggi, che sancisce di fatto la “riconciliazione” tra i due leader.
“Con Berlusconi abbiamo deciso di unire le forze del Ppe per condividere la scelta di un candidato presidente della Repubblica di area moderata e non del Pd” annuncia Alfano al termine della riunione in Prefettura e precisa: “Si tratta di un’intesa sul metodo che si tradurrà in un nuovo colloquio nei prossimi giorni per indicare un nome”. Forza Italia e Area Popolare, insieme, valgono circa 250 grandi elettori. Tra i “quirinabili” che il centrodestra dovrebbe proporre a Renzi ci sarebbero Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini. E non è escluso che Berlusconi possa mettere questi nomi sul tavolo già domani quando è atteso un incontro con il premier Renzi.