Sarà nei cinema italiani dal 27 al 29 novembre “Picasso. Un ribelle a Parigi. Storia di una vita e di un museo”, che racconta il grande artista in rapporto alla città dove trascorse gran parte della sua vita. Quando arrivò qui dalla Spagna, nel 1901, era uno straniero in un Paese molto nazionalista e lui era un anarchico, un rivoluzionario. Picasso però aveva 20 anni, l’esuberanza, il talento, la sete di vita che lo portarono ad essere uno dei protagonisti della vita artistica di Montmartre e presto un pittore di grande successo.
Il docufilm realizzato a 50 anni dalla sua morte è diretto da Simona Risi e coprodotto con il sostegno del Musée National Picasso di Parigi, che custodisce 6000 capolavori e 200.000 pezzi di materiali d’archivio. Picasso oggi è anche un artista molto discusso perché è stato un uomo pieno di luci e ombre, con una grande potenza creatrice ma anche distruttrice, soprattutto nei confronti delle compagne della sua vita.
A questo proposito la Presidente del museo, Cécile Debray, dice: “La maniera in cui si parla di Picasso oggi non è la stessa di 50 anni fa. C’è un dibattito intorno alla sua figura, al suo rapporto con le donne, al suo ruolo nel mondo dell’arte. Io cerco di affrontare queste questioni reinventando la programmazione del museo, con mostre come quella su Faith Ringgold o Sophie Calle, in modo da ruotare attorno al mondo di Picasso in modo più aperto e più inclusivo”.