Il sindaco di Gela al vetriolo: i capi del M5S sparano slogan e poi ci mollano
GUERRA A CINQUE STELLE Il grillino Messinese: “Ho provato a contattare Luigi Di Maio e gli altri membri del direttorio. Ma mi hanno lasciato solo”
“Il M5S è convinto di amministrare realtà locali complesse con gli slogan. Costruire è molto più difficile che criticare”. Lo dice a Qn Domenico Messinese, sindaco di Gela espulso dal Movimento 5 Stelle a fine dicembre. “Quando ha chiuso il polo petrolchimico di Gela tante famiglie sono rimaste senza lavoro, poi c’è il problema ambientale, non ci sono gli istituti adeguati per i malati oncologici, l’autostrada Gela-Siracusa è ferma dal 1973… Lo Stato ci ha abbandonato. E io, da sindaco, devo dare risposte. Non posso essere succube della politica nazionale”, spiega. “Alle idee di Grillo credo ancora. Ma un conto è l’ideologia, un conto la critica, un altro operare per il bene della comunità”. “Appena eletto, senza nessuna esperienza amministrativa, mi sono trovato davanti a una macchina complessa. Mi sembrava di essere in un Paese straniero dove non conoscevo la lingua”. Dal Movimento non è arrivato nessun aiuto, dice: “Ho sentito Grillo due o tre giorni dopo la vittoria alle urne. Una volta sola”. “Dopo due giorni dall’elezione c’era già chi nel M5S mi attaccava. Ho provato a contattare Luigi Di Maio e gli altri membri del direttorio. Ma mi hanno lasciato solo”. A Grillo “non rimprovero nulla”, aggiunge, “direi che c’è qualche cittadino 5 Stelle che si è un po’ montato la testa”.