Bisogna fare attenzione quando installiamo o aggiorniamo le app sul nostro cellulare. In pochi passaggi proteggiamo la riservatezza.
Viviamo in un’epoca in cui ogni nostro movimento può essere tracciato. Gli smartphone, potenti strumenti che semplificano la vita, sono diventati anche dei veri e propri “grandi fratelli” digitali. Grazie alla geolocalizzazione, sanno sempre dove siamo, quali luoghi frequentiamo e quali percorsi seguiamo.
La privacy, un tempo considerata un diritto inalienabile, sembra oggi sempre più minacciata. La raccolta massiccia di dati sulla nostra posizione, unita a quelli provenienti dalle nostre ricerche online e dalle nostre interazioni sui social network, permette di tracciare un profilo dettagliatissimo di ciascuno di noi. Queste informazioni possono essere utilizzate per scopi commerciali, ma anche per fini meno nobili, come la profilazione e la manipolazione dell’opinione pubblica.
È fondamentale comprendere che la privacy non è solo un concetto astratto, ma un diritto fondamentale che ci permette di vivere liberamente e senza paura di essere giudicati o manipolati. Proteggere la propria privacy significa difendere la propria identità e la propria autonomia.
Tuttavia, in un mondo sempre più connesso, tutelare la propria privacy è diventato un compito arduo. Disattivare la geolocalizzazione sui nostri dispositivi può essere un primo passo, ma non è sufficiente. È necessario essere consapevoli dei rischi connessi all’utilizzo degli smartphone e adottare comportamenti più cauti nella gestione dei nostri dati personali.
Immagina di camminare per strada e di avere qualcuno che ti segue sempre e annota ogni tuo movimento. Ecco, questo è un pò quello che fanno le app sui nostri smartphone. Il tracciamento significa che le app raccolgono informazioni su ciò che facciamo con il telefono: quali siti visitiamo, quali app usiamo di più, dove andiamo e così via.
Ma perché le aziende fanno questo? Semplicemente per capirci meglio. Questi dati servono alle aziende per creare pubblicità su misura per noi. Ad esempio, se navighi spesso su siti di viaggi, è probabile che ti verranno proposti annunci di hotel o voli. In questo modo, le aziende possono offrirci prodotti e servizi che potrebbero interessarci davvero.
Le app dei nostri smartphone, come Facebook e TikTok, raccolgono molte informazioni su di noi, spesso senza che ce ne accorgiamo. Una di queste è la nostra posizione, che viene tracciata tramite il GPS. Ma non solo: le app possono accedere anche ai nostri contatti e alla nostra fotocamera, se glielo permettiamo.
Fortunatamente, possiamo proteggere la nostra privacy. Sia su Android che su iPhone, è possibile controllare quali dati le app possono raccogliere. Nelle impostazioni del telefono, puoi revocare le autorizzazioni che hai concesso e impedire alle app di tracciarti.