Negli ultimi giorni, il tifone Yagi ha provocato devastazioni e perdite di vite umane in Vietnam, dopo aver attraversato le Filippine e la Cina. Lunedì mattina il governo locale ha confermato che almeno 60 persone sono morte a causa del tifone, ma il numero delle vittime potrebbe essere in aumento. Centinaia di persone risultano ferite, mentre molte altre sono ancora disperse.
Durante il fine settimana, circa 50mila persone sono state evacuate dalle zone costiere del Vietnam, mentre le scuole sono state chiuse in 12 province, incluse quella di Hanoi, la capitale del paese. Le condizioni meteorologiche avverse hanno costretto alla chiusura di quattro aeroporti nel nord del Vietnam, tra cui quello di Hanoi, per l’intera giornata di sabato. Il Ministero dell’Agricoltura ha comunicato che la maggior parte delle vittime è stata causata da frane, che in alcune aree hanno travolto abitazioni, intrappolando e uccidendo gli occupanti.
Tra i danni più gravi causati dal tifone, si segnala la distruzione del ponte Phong Chau nella provincia di Phu Tho, che ha ceduto, facendo precipitare nel fiume sottostante dieci auto e due motocicli. Al momento, 13 persone sono ancora disperse. Sempre lunedì, un autobus con a bordo 20 passeggeri è stato travolto da una frana provocata da un torrente in piena nella provincia di Cao Bang. Quattro persone sono state trovate morte, una è stata soccorsa e le restanti sono ancora disperse.
Il tifone ha colpito duramente le coste, con venti, frane e inondazioni che hanno affondato numerose imbarcazioni, causando il soccorso di 27 persone in mare. Quando Yagi aveva attraversato la Cina, i venti avevano raggiunto i 234 chilometri orari, qualificandolo come un “super tifone”. Sebbene avesse perso parte della sua potenza prima di arrivare in Vietnam, nel fine settimana il Centro di allerta sui cicloni tropicali dell’Indo-Pacifico ha registrato venti fino a 203 chilometri orari nelle province settentrionali di Hai Phong e Quang Ninh. Video condivisi sui social media mostrano persone trascinate dal vento mentre cercavano di muoversi in moto, con automobilisti che hanno cercato di proteggerle facendo scudo con i loro veicoli.