Quando stacchi da lavoro hai diritto a del tempo per te senza essere rintracciato dal tuo capo, scopri i tuoi diritti
Non tutti i lavoratori conoscono bene i propri diritti. È capitato a tutti di dover rispondere a un messaggio o ad una chiamata del datore di lavoro anche fuori dall’orario. Ma non è obbligatorio, anzi. Ogni lavoratore è libero di non rispondere, anzi ne ha proprio diritto. Vediamo cosa dice la legge.
Il nuovo disegno di legge sul diritto alla disconnessione introduce un principio fondamentale per i lavoratori: il diritto a un riposo di almeno 12 ore tra un turno e l’altro, senza l’invadenza di email, telefonate o messaggi aziendali. Questa iniziativa punta a regolamentare in modo chiaro una questione finora affrontata solo attraverso accordi informali tra lavoratore e datore di lavoro.
Il diritto alla disconnessione si riferisce al diritto del lavoratore di potersi disconnettere dal lavoro e di astenersi dall’effettuare comunicazioni elettroniche legate al lavoro, come e-mail e altri messaggi, durante le ore non lavorative e i giorni festivi.
In base a questa definizione, ci sono Paesi che stabiliscono il diritto alla disconnessione solo per i telelavoratori, come la Slovacchia, la Grecia e l’Italia; e dall’altro lato, Paesi che stabiliscono questo diritto per tutti i lavoratori, indipendentemente dal fatto che siano telelavoratori o lavoratori ICT, come Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna.
Uno dei problemi principali che il Ddl intende risolvere è la crescente difficoltà di separare il lavoro dalla vita personale, un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani. Molti lavoratori lamentano di non riuscire a staccarsi completamente dal lavoro, nemmeno durante le ferie o i giorni festivi. Questa invasività continua genera stress, riduce il tempo per la famiglia e compromette il benessere psicologico, portando a un equilibrio precario tra vita privata e professionale.
Il disegno di legge si basa su dati che dimostrano come un maggiore equilibrio tra lavoro e vita personale porti a un aumento della produttività e del benessere dei dipendenti. Studi internazionali evidenziano che pause adeguate e una gestione migliore degli orari lavorativi favoriscono la salute mentale e fisica, creando un ambiente lavorativo più efficiente. In quest’ottica, il diritto alla disconnessione non è un freno per le aziende, ma un’opportunità per migliorare le performance complessive.
Il Ddl prevede l’obbligo per i datori di lavoro di rispettare il periodo di disconnessione del dipendente. Qualora questa norma non venga osservata, le aziende potrebbero incorrere in sanzioni pecuniarie. L’applicazione iniziale del provvedimento sarà limitata alle aziende con almeno 15 dipendenti, ma l’obiettivo è avviare un dibattito più ampio che potrebbe includere anche realtà più piccole, incentivando una cultura del rispetto degli orari lavorativi.
Il diritto alla disconnessione è già una realtà in diversi Paesi del mondo, come in Francia, dove esistono regolamentazioni simili, o in Australia, che ha adottato leggi specifiche per tutelare i lavoratori. In Europa, molte aziende stanno sperimentando la settimana lavorativa corta per ridurre lo stress e migliorare la produttività. Con questo disegno di legge, l’Italia si inserisce in un contesto internazionale che riconosce l’importanza di proteggere i lavoratori dal sovraccarico di lavoro e dall’invasività tecnologica.