Il Vaticano sceglie la prima prefetto donna. E lancia anche un messaggio a Trump

Suor Simona Brambilla (1)

Suor Simona Brambilla

In un colpo di scena che riscrive le pagine della storia ecclesiastica, Papa Francesco ha nominato suor Simona Brambilla come primo prefetto donna a capo del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Al suo fianco, come pro-prefetto, il cardinale Angel Fernández Artime, noto per il suo lungo servizio come rettore dei Salesiani.

Non meno significativa è la decisione di affidare al cardinale Robert McElroy la guida della diocesi di Washington, una mossa che suona come un campanello d’allarme per l’amministrazione Trump. McElroy, già vescovo di San Diego, è celebre per le sue posizioni progressiste, in particolare per il suo impegno a favore dei diritti dei migranti e della comunità LGBTQ+, e per le critiche aperte alla politica migratoria del neo-eletto presidente degli Stati Uniti. Suor Simona Brambilla, monzese classe 1965, ha alle spalle un curriculum impressionante: infermiera, missionaria, esperta in psicologia e con un lungo servizio presso le Missionarie della Consolata.

La sua nomina non è solo un traguardo personale ma un segnale forte di apertura e rinnovamento nella Chiesa cattolica. Questo cambiamento arriva in un momento in cui la presenza femminile in Vaticano ha visto un incremento significativo, passando dal 19,2% al 23,4% negli ultimi dieci anni. Tutto ciò è stato reso possibile dalla Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium” del 2022, che ha aperto le porte a una leadership più inclusiva, permettendo anche ai laici di assumere ruoli di prefetto, una posizione che prima spettava esclusivamente a cardinali e arcivescovi.

Con la nomina di McElroy a Washington, il Vaticano lancia un messaggio politico inequivocabile: il cattolicesimo americano è pronto a confrontarsi anche con le politiche più conservatrici. Questo mentre Trump, in una mossa altrettanto simbolica, ha nominato Brian Burch, un noto critico del papato di Francesco, come nuovo ambasciatore presso la Santa Sede, delineando così una linea di scontro ideologico tra i due mondi.

La tempistica delle nomine non è casuale; avvengono a ridosso dell’incontro tra Papa Francesco e il presidente uscente Joe Biden, programmato per il 10 gennaio, un appuntamento che promette di essere denso di significato politico e spirituale. Con queste mosse, Papa Francesco non solo continua a riformare dall’interno la struttura della Chiesa, ma invia un chiaro messaggio di apertura, inclusività e dialogo, in contrasto con le tendenze conservatrici del nuovo scenario politico americano. La nomina di suor Brambilla rappresenta un passo avanti epocale verso una Chiesa che si evolve, ascoltando e integrando le voci di tutti i suoi membri.