E’ da giorni davanti l’ingresso della Sicilia per evitare che il coronavirus trionfi come in Lombardia. D’altronde, le premesse, il sindaco di Messina, le ha tutte dato che frotte di passeggeri con auto e bagagli a seguito hanno attraversato l’intero Stivale in barba ai decreti del Conte 2, per imbarcarsi a Villa San Giovanni e quindi approdare nella città dello Stretto senza controlli e senza che nessuno tracciasse i loro percorsi. Comportamenti irresponsabili, e per certi versi criminali, che hanno fatto saltare in aria, giustamente, Cateno De Luca, noto per le sue reazioni colorite.
E così, invece di attivare maggiori misure per dar man forte alle forze dell’ordine di Scilla per intensificare i controlli e quindi meglio salvaguardare la salute dell’umanità, dato che il virus cinese non conosce confini, il ministro dell’Interno invia all’indirizzo del primo cittadino di Cariddi, una denuncia. “Comportamenti censurabili sotto il profilo della violazione dell’articolo 290 del codice penale, vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate”, scrive Luciana Lamorgese. In estrema sintesi, secondo il capo del Viminale, il sindaco di Messina avrebbe pronunciato “parole gravemente offensive e lesive dell’immagine dell’intera istituzione”. “Avremo modo di parlarne in tribunale”, replica dalla trincea e con la mascherina De Luca. Certo, se in tempi di pandemia, le azioni delle istituzioni sono così fulminee, per i cittadini è una buona speranza.