Politica

Il voto del Collegio elettorale, oggi grandi elettori eleggeranno Biden

Gli americani hanno votato per il nuovo presidente il 3 novembre, ma l’elezione vera e propria avverrà lunedì 14 dicembre, quando si riuniscono gli elettori del Collegio che in base alla Costituzione ha il potere di scegliere il capo dello Stato. Il processo è tanto importante quanto considerato in genere scontato, ma quest’anno gli Stati Uniti vi arrivano in un’atmosfera politica, istituzionale e sociale del tutto diversa, sulla scia della battaglia lanciata da Donald Trump per mettere in dubbio la legittimità dell’elezione di Joe Biden. La Corte Suprema, respingendo il ricorso del Texas, appoggiato dallo stesso Trump, sembra aver chiuso la partita, se non la questione. E lunedì i grandi elettori dovrebbero confermare senza grandi sorprese la vittoria di Biden. Ecco cosa sapere del Collegio Elettorale e della riunione di lunedì.

QUANTI SONO, CHI VOTANO In base alla Costituzione americana, ciascuno Stato dispone di un numero di elettori pari ai propri rappresentanti al Congresso. Il Distretto di Columbia ha tre elettori e viene considerato alla stregua di uno Stato. In tutto i grandi elettori sono 538. Eccetto Maine e Nebraska, gli Stati assegnano tutti i lori voti nel Collegio elettorale al vincitore del voto popolare nello Stato. In teoria, chi vince il voto popolare può perdere l’elezione, come accaduto nel 2000 (George W. Bush ha prevalso su Al Gore) e nel 2016, quando Trump ha conquistato la Casa Bianca malgrado Hillary Clinton avesse ottenuto tre milioni di voti in più nell’election day. Joe Biden ha vinto il voto popolare e conquistato 306 voti elettorali rispetto ai 232 di Donald Trump.

CHI SONO I GRANDI ELETTORI?

In genere sono funzionari, politici o aspiranti tali, esponenti di lungo corso dei partiti. Il più anziano quest’anno è il 93enne “Pete” McCloskey, elettore di Biden, ma ex esponente repubblicano al Congresso, che nel 1972 tentò di candidarsi alla presidenza contro Richard Nixon.

DOVE E QUANDO SI RIUNISCONO I GRANDI ELETTORI?

Il Collegio elettorale non si riunisce in un solo luogo, ma i delegati votano nelle capitali dei loro Stati. Il Nevada per i suoi 6 elettori ha convocato una riunione virtuale via Zoom, altri non hanno specificato. Siccome la Costituzione non indica un orario, ogni Stato lo fa in base a proprie decisioni e alcuni Stati proprio non forniscono orario, quindi il processo è spalmato su tutta la giornata.

POSSONO VOTARE CONTRO IL CANDIDATO CHE HA VINTO NEL LORO STATO?

I Grandi elettori non sono costretti per legge federale a votare per uno specifico candidato. Lo prevedono invece leggi a livello di Stato o formali promesse da firmare in 32 Stati e nel Distretto di Colombia. In caso di ‘cambio di casacca’, non tutti gli Stati prevedono sanzioni: ci sono leggi al riguardo in cinque Stati, con pene sino a un anno di carcere o multe sino a 1.000 dollari. Nella storia elettorale americana è accaduto che membri del Collegio elettorale votassero per un candidato diverso da quello che aveva vinto nel loro Stato, ma non è mai accaduto che questo cambiasse l’esito dell’elezione presidenziale. Ad oggi sono stati contati 165 elettori infedeli in oltre due secoli di elezioni.

E DOPO IL VOTO DEL COLLEGIO ELETTORALE?

Gli elettori delegati votano separatamente per il presidente e il vicepresidente. I voti vengono registrati su un ‘Certificato di voto’ e un ‘Certificato di accertamento’ (lista dei candidati presidenziali) e vengono inviati al Congresso e agli Archivi Nazionale come documentazione legale dell’elezione presidenziale. Il Congresso si riunisce il 6 gennaio alle 13 in seduta plenaria per contare i voti ricevuti. Presiede il vicepresidente, ovvero quest’anno Mike Pence, incaricato di annunciare il nome del vincitore una volta terminata la registrazione de voti di tutti gli Stati, che vengono chiamati in ordine alfabetico. A quel punto tutto è pronto per il giorno dell’inagurazione del nuovo presidente, mercoledì 20 gennaio 2021. Tutto, ma non tutti: Donald Trump promette di continuare la sua campagna di deleggitimazione della vittoria elettorale di Biden.

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