Immigrati dietro i fornelli, quando il cibo diventa integrazione

Immigrati dietro i fornelli, quando il cibo diventa integrazione
2 maggio 2018

“Quando ero piccolo volevo fare la pasticceria in Africa, però non era possibile perché lì il corso costa tanto non potevo andare a scuola a imparare. Ora posso dire che sto iniziando a realizzare il mio sogno di quando ero piccolo”. Vacava ha 23 anni, è arrivato in Italia un anno fa in barca dalla Costa d’Avorio. Insieme ad altri 11 compagni ha frequentato un corso di cucina presso la scuola Arte del Convivio a Milano, grazie alla collaborazione tra le fondazioni Eris Onlus e Vivante Jovinelli. La particolarità di questo corso è che per la prima volta a cimentarsi con padelle e fornelli erano ragazzi immigrati provenienti soprattutto dall’Africa, ma anche dalla Polonia e dall’Albania. Tutti impazienti di imparare un mestiere. Durante i 20 giorni di corso il loro punto di riferimento è stato Lorenza Torres, per tutti la maestra Lola che nel corso delle 100 ore di lezione ha trasmesso loro non solo le basi per lavorare in cucina, ma anche la forza di iniziare a costruirsi un futuro nel mondo del lavoro. “E’ stata una esperienza molto diversa primo per la meravigliosa determinazione che loro hanno nel volere imparare,secondo per quello che mi hanno insegnato dalla loro stessa vita e terzo perché non conoscevano l’Italiano cosa che all’inizio sembrava un ostacolo e invece è stata una crescita fatta insieme e che li ha costretti a essere molto attenti, non ho mai avuto una classe così attenta”.

Leggi anche:
Un miracolo sfiorato: un giovane indiano risorge dalle ceneri

Dietro questa opportunità offerta a questi ragazzi, tutti tra i 17 e i 40 anni, c’è il lavoro della fondazione Eris che attraverso i fondi di Regione Lombardia per la formazione lavoro di persone disoccupate è riuscita a mettere in piedi il corso. Roberto Nerani, responsabile dell’agenzia lavoro Fondazione Eris. “Serve semplicemente di conoscere un po’ il mondo del lavoro, capire i ragazzi dove possono essere indirizzati e poi attivare le politiche che ci sono senza sprecare nè non utilizzare perché spesso queste risorse non sono utilizzate a dovere. Dopo il corso è previsto un tirocinio di due mesi, lì si giocheranno le loro competenze, poi ognuno di loro dovrà farsi strada come tutti”. Eris e Arte del Convivio avevano già collaborato in passato per organizzare corsi di questo tipo, ma quest’anno per la prima volta i protagonisti sono stati un gruppo di giovani immigrati, rivelatisi allievi modello, almeno a sentire la loro insegnante. “Chi arriva a questo tipo di esperienze dopo percorsi difficili anche dopo cadute e decide di rialzari e crearsi le condizioni per una nuova vita sono persone determinate e io credo che questa sia la chiave di successo nella vita bisogna crederci, in se stessi e possiamo fare qualsiasi cosa”.

Leggi anche:
Un miracolo sfiorato: un giovane indiano risorge dalle ceneri

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti