Immigrati, la Sicilia accoglie 16.500 persone, 4 volte in più di altre regioni

FONDAZIONE MIGRANTES “L’Italia paga la mancanza di un piano di accoglienza per chi chiede protezione internazionale, carenza che ha prodotto solo emergenza e malaffare”.

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“L’Italia paga la mancanza di un piano di accoglienza per chi chiede protezione internazionale – protezione sussidiaria, asilo e protezione umanitaria – non previsto dalla legge Bossi-Fini: una carenza che ha prodotto solo emergenza e malaffare”. Lo ha detto a Catania il direttore generale della Fondazione Migrantes Mons. Gian Carlo Perego, che ha aggiunto: “La Sicilia sta accogliendo 16.500 persone, 260 ogni 100 mila abitanti, contrariamente al Veneto e alla Lombardia, che ne stanno accogliendo 60 ogni 100mila abitanti. L’Isola ne accoglie almeno quattro volte in più rispetto ad altre regioni italiane. Mons. Perego ha esposto i dati sugli stranieri residenti in Sicilia, regione tra quelle meridionali, dopo la Campania, con la maggiore quota nazionale di stranieri sulla popolazione (3,3%). Sull’Isola rispetto all’anno scorso è aumentato il numero degli stranieri residenti: da circa 140mila sono salite a 162.408 le presenze rilevate al 1° gennaio 2104, cifra che corrisponde al 3,2% della popolazione regionale, ovvero al 31,7% del loro totale presente nelle regioni del Sud.

Palermo (20,3%), Catania (18%), e Messina (17,0%) si confermano le città con la maggiore concentrazione di cittadini stranieri. Rimane stabile la presenza delle donne che si attesta al 50,3% , e si diversificano le nazionalità visto che oltre alla storica presenza dei tunisini (17.876), aumenta il numero di romeni (48.014), marocchini (14.398), e cingalesi (13.554). L’incidenza della forza lavoro di cittadini stranieri nel 2014 rappresenta il 5,4% del totale regionale degli occupati (70.823 lavoratori) stando alle fonti Istat. E provengono da Romania (32,5%) Tunisia (11,7%) Sri Lanka (8,4%) e Marocco (8,1%). Quanto alle rimesse, strumento importante per la cooperazione dello sviluppo, sono in calo del 21%, dato che rivela “la precarietà e della disoccupazione in cui versano i cittadini stranieri della Sicilia”.