Immigrati, l’allarme di Save the children: quest’anno 2.500 bambini possono morire nel Mediterraneo

Immigrati, l’allarme di Save the children: quest’anno 2.500 bambini possono morire nel Mediterraneo
21 aprile 2015

Se l`Europa non interviene, sono 2.500 i bambini che potrebbero morire nel Mediterraneo nel 2015. Questo l’allarme lanciato oggi da Save the children, basato sulla proiezione diffusa dall`Oim (Organizzazione internazionale per le Migrazioni) sulle 30.000 persone potenzialmente a rischio di morte nel Mar Mediterraneo entro la fine dell’anno. “Ogni singola inutile morte in mare deve essere evitata, ma continuando così, saranno 2.500 i bambini che rischiano di morire nel Mar Mediterraneo quest`anno, a meno che la politica non intervenga per avviare immediatamente una robusta ed efficace operazione di ricerca e salvataggio in mare”, ha detto l’organizzazione a due giorni dal summit straordinario dei capi di Stato e di governo a Bruxelles. L`Organizzazione ha chiesto quindi ai leader europei di accordarsi per avviare entro 48 ore le operazioni di salvataggio al largo delle coste italiane, con la stessa capacità della precedente operazione Mare Nostrum. “I leader europei hanno nelle mani la vita di migliaia di donne, uomini e bambini disperati, mentre si incontreranno giovedì a Bruxelles. Ogni giorno di ritardo nell`avvio di un`operazione di ricerca e soccorso in mare rischia di far aumentare il numero di persone che muoiono in mare cercando di raggiungere l`Europa in fuga da guerre, fame e violenze”, ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.

“Non possiamo permettere che il 2015 sia l`anno in cui il Mediterraneo raggiunga il più alto numero di vittime di sempre. La riunione di giovedì deve riportare gli interventi di ricerca e soccorso ai livelli del 2014. Anche una sola barca che affonda o una sola persona, uomo, donna o bambino che muore è troppo. Ma il crescente numero di persone che stanno morendo al largo delle nostre coste richiede un`azione immediata”, ha detto Neri. Secondo le testimonianze raccolte dallo staff di Save the Children dai 4 ragazzi sopravvissuti dichiaratisi minori, ora ospitati in una struttura di prima accoglienza in Sicilia, sembra fossero circa 60 gli adolescenti a bordo della nave naufragata sabato scorso, 820 circa in tutto i dispersi. “I minori non accompagnati che arrivano con gli sbarchi sono esausti e traumatizzati per le terribili esperienze che hanno vissuto, non solo in mare, ma anche nel loro viaggio lungo e pericoloso, compiuto da soli, senza adulti di riferimento, per raggiungere la Libia e tentare di raggiungere l`Europa. Ma sono anche felici di essere vivi e di essere in un posto sicuro, sanno di essere tra i fortunati – ha aggiunto – è fondamentale che non venga solo avviata un`operazione di ricerca e salvataggio europea ma che venga garantita anche un`adeguata accoglienza e protezione per i minori non accompagnati, che sono i più vulnerabili”.

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