Il primo trimestre del 2022 ha visto un calo dell’offerta di case in vendita pari al 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il dato interessa in maniera più o meno uniforme tutti i capoluoghi di provincia italiani. Il calo massimo è stato registrato a L’Aquila, con un -29%, seguita da altri 13 capoluoghi che si assestano su un -20%. Cali più moderati hanno invece interessato Lodi (-10%), Siracusa (-9,8%) e Campobasso, un caso virtuoso con il suo -0,3%. Il calo di offerta di immobili in vendita negli ultimi 12 mesi ha coinvolto in particolar modo il Centro, soprattutto Roma (-10,7%), meno il Sud con Palermo (-7,7%) e Napoli (-4,7%). Sul versante opposto ritroviamo Venezia (13%), Genova (9,8%) e Milano (2,1%): qui gli appartamenti disponibili sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
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Ma torniamo allo stock di immobili in vendita. In altri 28 capoluoghi, invece, abbiamo assistito ad un aumento corposo, con picchi a Macerata e ad Alessandria che si sono assestati su un +28%. Vibo Valentia, Como e Teramo hanno registrato aumenti ininfluenti per una media dello +0,5%. Come stanno invece le cose a livello provinciale? La situazione sembra perfettamente bilanciata con diverse macroaree interessate da una riduzione dello stock di immobili in vendita (tra queste Trieste, Isernia, Bolzano, Bologna, Livorno, Lecco, Napoli, Roma). A Milano l’offerta abitativa cresce invece a ritmo costante, come anche a Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Aumenti corposi, infine, a Cremona (dove si sfiora il +20%) e Catanzaro (+10%).