Politica

Immondizia in Sicilia, botta e risposta Musumeci-Cinquestelle

Da un lato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che difende il proprio operato in tema di rifiuti, dall’altro il Movimento 5 stelle che accusa: “Scarica sui sindaci il peso dell’emergenza”. Sull’immondizia e’ ancora muro contro muro tra maggioranza e opposizione che si dividono sull’interpretazione della sospensiva decisa dal Tar rispetto all’ordinanza emessa dalla Regione: i giudici amministrativi hanno accolto la richiesta avanzata dall’Anci Sicilia e dai Comuni di Palermo e Catania sospendendo l’ordinanza nella parte cui prevedeva il commissariamento delle amministrazioni locali se entro il 31 luglio non avessero ottemperato alla sottoscrizione dei contratti con una delle quattro aziende indicate dalla Regione per trasferire i rifiuti prodotti nell’Isola fuori dal territorio regionale.[irp]

“Quella sentenza dice senza mezzi termini che la Regione ha il diritto di chiedere il rispetto delle norme di legge – commenta il governatore – E il magistrato dice di non sospendere i sindaci, perche’ lascia che su questo decida l’organo collegiale”. Il presidente della Regione poi sferza quei comuni con basse percentuali di differenziata: “In Sicilia ci sono 250 comuni che superano il 30% della raccolta differenziata – sottolinea -. Poi ne rimangono 140. Ma quelli che vanificano ogni sforzo sono le tre grandi citta’. Noi tireremo diritto”. E ancora “Questa terra non puo’ morire affogata tra i rifiuti. E sono contento che il Tar abbia dato piena legittimita’ all’impostazione che ci siamo dati”.

Non la pensa allo stesso modo Giampiero Trizzino, deputato regionale del Movimento cinque stelle, che risponde in questi termini al governatore: “Musumeci esulta per la sospensiva del Tar di Palermo ma di fatto scarica sui sindaci il peso dell’emergenza. Al presidente della Regione ricordiamo che il Tar si pronuncera’ nel merito a settembre e che, per quanto la sospensiva sia sorretta da ‘forti e articolate motivazioni’, il giudice amministrativo non entra mai nel merito della scelta politica, ma si pronuncia sulla legittimita’ delle norme”. Poi Trizzino continua: “Prevedere la decadenza degli organi comunali come indica l’articolo 3 dell’ordinanza e’ una scelta politica e dal nostro punto di vista equivale a lasciare soli i sindaci e i cittadini, scaricando il peso dell’emergenza sui Comuni”.[irp]

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redazione