“Immuni”, nasce l’app per tracciamento contagi

“Immuni”, nasce l’app per tracciamento contagi
17 aprile 2020

Si chiamerà “Immuni” l’app di contact tracing necessaria a tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus durante la Fase 2. Il commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri ha firmato oggi l’ordinanza con cui dispone la stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons spa. La app funzionerà con il bluetooth e non sarà obbligatoria.

La app è stata scelta dal gruppo di lavoro nominato dal ministro per l’Innovazione Paola Pisano tra le proposte avanzate da società ed enti privati che hanno risposto alla fast call for contribution indetta da Mise, ministero della Salute e ministero dell’Innovazione, volta a individuare le migliori soluzioni digitali e tecnologiche disponibili per il monitoraggio attivo del rischio di contagio. La app Immuni della società Bending Spoons è stata “ritenuta più idonea – si legge nell’ordinanza – per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto al virus per la conformità al modello europeo delineato dal consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy”.

La società Bending Spoons, si legge ancora nell’ordinanza, “esclusivamente per spirito di solidarietà e quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo volontario e personale per fronteggiare l’emergenza Covid in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua al commissario Arcuri e alla presidenza del Consiglio dei ministri il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact tracing già sviluppate nonché, per le medesime ragioni e motivazioni, sempre a titolo grauito, ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contactr tracing digitale”.

Intanto, l’Europa ha dettato le regole per l’app: anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà. Criteri che vedono il plauso del Garante Privacy Antonello Soro. “Speriamo in una massiccia adesione volontaria dei cittadini – ha sottolineato Arcuri – speriamo possano sopportare e supportare il sistema di tracciamento dei contatti, che ci servirà a capitalizzare l’esperienza della fase precedente ed evitare che il contagio si possa replicare”. “I Paesi Ue stanno convergendo verso un approccio comune con soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali”, scrive intanto l’Europa nel documento stilato n collaborazione con i governi. Oltre ai requisiti di volontarietà e interoperabilità tra Stati, già ribaditi, l’Ue si sofferma in particolare sulla tecnologia giudicata più idonea per le app di tracciamento.

Devono “stimare con sufficiente precisione” (circa 1 metro) “la vicinanza” tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19; per questo, dice, possono essere utilizzati “il bluetooth o altre tecniche efficaci”, evitando la geolocalizzazione. “I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio”, sottolinea Bruxelles, precisando che l’obiettivo delle app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole perché creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy”. Per mantenere l’anonimato, è previsto che le app utilizzino un ID (codice d’identificazione utente, ndr) “anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze”. In Europa esiste già un progetto che soddisfa questi criteri, su cui stanno convergendo Francia e Germania.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti