“Voglio il processo in Senato”. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confermato, durante un’intervista a Fox News, di volere l’impeachment e il processo, come dichiarato ieri da un suo portavoce. Parlando delle accuse contro di lui, ha detto di aver voluto che il suo avvocato personale, Rudy Giuliani, si occupasse di Ucraina “perché è un grande combattente contro il crimine” e per i problemi che stava avendo con l’allora ambasciatrice statunitense a Kiev, Marie Yovanovitch, tra le persone chiamate a testimoniare nelle recenti audizioni pubbliche della commissione Intelligence della Camera. Trump ha dichiarato che l’ambasciatrice ha detto “cose brutte” su di lui mentre ricopriva il suo incarico; poi, ha dichiarato che voleva sostituirla, ma fu inizialmente dissuaso dai suoi consiglieri “perché è una donna”. Yovanovitch, poi effettivamente rimossa, ha dichiarato davanti alla commissione di essersi sentita minacciata da Trump e di aver subito una campagna diffamatoria perché considerata un ostacolo alla politica ‘ombra’ condotta da Giuliani.
Trump difende il suo operato con l’Ucraina affermando di essere interessato alla battaglia di Kiev contro la corruzione, molto diffusa nel Paese; per i democratici, invece, ha abusato del suo potere per cercare di convincere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a indagare sull’ex vicepresidente Joe Biden, in modo da ottenerne un vantaggio politico. Le indagini della Camera statunitense sono partite dalla denuncia di un segnalatore, un agente dell’intelligence, di cui “tutti conoscono l’identità” – ha detto Trump – ma il cui nome non è stato reso pubblico. Il presidente ha poi detto di volere che il presidente della commissione Intelligence della Camera, il deputato democratico Adam Schiff, testimoni sul ‘whistleblower’. Il presidente ha detto inoltre di volere la testimonianza di Hunter Biden, figlio dell’ex vicepresidente. Secondo i repubblicani, Joe Biden avrebbe fatto pressioni per il licenziamento di un procuratore ucraino per proteggere il figlio, quando era vicepresidente: accuse, però, che non hanno alcun riscontro. Biden, come confermato nelle ultime audizioni da diversi funzionari, agì secondo la linea ufficiale dell’amministrazione Obama per perseguire gli interessi statunitensi.
Le indagini sul presidente sono partite dalla denuncia di un ‘whistleblower’, un agente dell’intelligence, sulla telefonata tra Trump e Zelensky dello scorso 25 luglio. Trump potrebbe aver bloccato 400 milioni di aiuti militari all’Ucraina per convincere Zelensky a indagare su Biden e sul figlio Hunter; anche un incontro alla Casa Bianca tra i due presidenti potrebbe essere stato condizionato al soddisfacimento dei desideri di Trump. Trump sarebbe il terzo presidente a subire un processo, dopo Andrew Johnson e Bill Clinton. Il processo contro Johnson, nel 1868, durò quasi tre mesi; quello di Clinton, nel 1999, cinque settimane. Entrambi i presidenti furono assolti. Richard Nixon, nel 1974, si dimise – primo e unico presidente a farlo – prima che la Camera votasse il suo impeachment. La Costituzione richiede una maggioranza di due terzi in Senato per la condanna e la rimozione – in questo caso – del presidente (l’impeachment può riguardare qualsiasi “funzionario civile degli Stati Uniti”). Il processo potrebbe cominciare già a gennaio, se a dicembre la Camera, a maggioranza democratica, voterà la messa in stato d’accusa di Trump, come sembra sempre più probabile. In Senato, dove 53 seggi su 100 sono in mano al partito repubblicano, non vi sono praticamente dubbi, al momento attuale, sull’assoluzione del presidente.