Economia

Imprese-sindacati a Draghi: priorità lavoro, recovery e vaccini

Imprese e sindacati sono pronti al dialogo con il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi. Accolta con favore, da tutti e due i fronti, la scelta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di nominare Draghi a guidare un esecutivo di unità nazionale, il mondo sindacale e datoriale si prepara a mettere la ripartenza dell’economia italiana sul tavolo del confronto, con tre priorità: lavoro, recovery plan e piano vaccini. Diverse, però, le richieste e i suggerimenti che arrivano dalle parti sociali.

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha fatto sapere che a Draghi, giudicato un “patrimonio del Paese”, non chiederà “miliardi”, ma “confronto”. Superamento del reddito di cittadinanza e di quota 100 sono due delle azioni che, secondo Bonomi, andrebbero intraprese. Confindustria chiede, poi, una riforma radicale degli ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro efficaci, non solo basate sui centri pubblici per l’impiego. Quanto al blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo, Bonomi ha assicurato che nessuno vuole fare “macelleria sociale”. L’obiettivo è rendere graduale l’uscita dal blocco prolungando la cassa Covid per le aziende in gravi difficoltà, ma togliendo i vincoli alle altre. Sul fronte delle pensioni, a giudizio degli industriali, quota 100 crea problemi di sostenibilità del debito pubblico e aggrava l’ingiustizia verso i più giovani.

Punta l’attenzione sulle centinaia di migliaia d’imprese allo stremo il numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli, che chiede risposte chiare per uscire dall’incertezza. Bisogna, secondo Sangalli, accelerare sul fronte dei ristori, utilizzare al meglio l’opportunità del piano nazionale di ripresa e di resilienza, mettendo in campo “buone riforme e buoni investimenti”. Anche la Cna è pronta ad offrire il proprio contributo al premier incaricato che si trova ad affrontare nodi che vanno dalla emergenza sanitaria alla definizione del recovery plan. A livello programmatico, la confederazione auspica che le esigenze degli artigiani e delle piccole imprese siano al centro delle politiche governative per “esaltare la funzione sociale ed economica già oggi svolta dai piccoli con impegno e sacrificio enormi”.

Pronti al dialogo sono anche i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri che esprimono preoccupazione per la situazione di emergenza sanitaria, sociale, occupazionale ed economica del Paese che rischia di aggravarsi nelle prossime settimane, quando scadranno il blocco dei licenziamenti e la cassa Covid. Le tre confederazioni sindacali valutano “molto positivamente” la volontà di Draghi ad aprire un confronto di merito con le parti. Landini, Furlan e Bombardieri chiedono di partire dal lavoro. Contrariamente alla posizione di Confindustria, i sindacati però bocciano l’idea di una proroga selettiva del blocco dei licenziamenti perché un intervento solo per alcuni settori potrebbe accendere la miccia dello scontro sociale. Cgil, Cisl e Uil auspicano che Draghi metta al centro della sua azione di governo il lavoro, una riforma degli ammortizzatori, la lotta alle diseguaglianze sociali, un piano vaccini e un intervento deciso per tutelare e rilanciare gli investimenti. E, infine, un cronoprogramma per il recovery plan, ritenuto dai tre leader sindacali un’occasione storica per riprogettare il Paese e fare quelle riforme sempre rinviate.

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