Non meno di 28.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio sono scomparse dalla superficie della Terra tra il 1994 e il 2017. E questo mentre il livello degli oceani è già aumentato di 15 centimetri nel secolo scorso. Questi gli sconcertanti dati che emergono da due autorevoli studi, oltre che da osservazioni di esperti delle Nazioni Unite. Lo studio, realizzato da un team di scienziati delle università britanniche di Leeds, Edimburgo e University College London, è stato visionato da The Guardian prima della pubblicazione sulla rivista The Cryosphere. “Non c’è dubbio che la stragrande maggioranza della perdita di ghiaccio sulla Terra sia un risultato diretto del riscaldamento globale”, scrivono. “Per dare un ordine di grandezza di ciò che è già stato perso, 28.000 miliardi di tonnellate di ghiaccio potrebbero coprire l’intero Regno Unito con uno strato di ghiaccio spesso 100 metri”, ha detto al Guardian Tom Slater dell’Università di Leeds.
Ghiaccio marino artico (7.600 miliardi di tonnellate in meno), piattaforme glaciali antartiche (6.500 miliardi), ghiacciai montani (6.200 miliardi), Groenlandia …
Poco più della metà (60%) delle perdite provengono dall’emisfero settentrionale. Il tasso di perdita di ghiaccio è persino aumentato del 57% dagli anni ’90, affermano i ricercatori, che basano il loro studio sull’analisi dei dati satellitari raccolti dalla fine degli anni ’90. Già la scorsa settimana, uno studio pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment ha indicato che la calotta glaciale della Groenlandia ha perso 532 miliardi di tonnellate di ghiaccio nel 2019, un nuovo record per questo gigantesco territorio artico.
Questo scioglimento, equivalente a tre milioni di tonnellate di acqua al giorno o al contenuto di sei piscine olimpioniche al secondo, è stata la principale fonte di innalzamento del livello del mare nel 2019: 1,4 millimetri, ovvero il 40% del totale, secondo le conclusioni dei ricercatori. Oltre al 2019, “gli altri quattro anni record sono stati tutti registrati nell’ultimo decennio”, ha spiegato all’agenzia France Presse l’autore principale dello studio, Ingo Sasgen, glaciologo presso il Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina in Germania. Secondo gli esperti di clima delle Nazioni Unite, il livello del mare è già aumentato di 15 centimetri nel secolo scorso. Conseguenza: entro il 2050, più di un miliardo di persone vivrà in zone costiere minacciate.