Incrociando i dati provenienti dagli archivi di Spitzer e Hubble, due tra i più famosi telescopi spaziali della Nasa, alcuni ricercatori hanno individuato 5 oggetti gemelli di Eta Carinae. E cioè del sistema binario più luminoso e massiccio nel raggio di 10mila anni luce da noi, divenuto famoso con la grande eruzione di metà Ottocento, tanto potente, drammatica e intensa da farlo apparire per qualche decennio come la seconda stella più brillante del cielo. L’alone di gas e polvere che ancora avvolge Eta Carinae rende questo oggetto unico nel suo genere. Almeno nella nostra galassia. Sembra proprio, infatti, che il sistema binario in questione abbia dei simili in giro per l’Universo, ma in altre galassie. Eta Carinae – si legge su Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di Astrofisica – è situato a circa 7.500 anni luce di distanza nella costellazione della Carena, ed è più luminoso del nostro Sole di ben 5 milioni di volte. Il sistema binario è composto da due stelle massicce in un’orbita molto stretta di 5,5 anni. Gli astronomi stimano che la stella più massiccia abbia circa 90 volte la massa del Sole, mentre la compagna più piccola arrivi a 30 masse solari. Rubab Khan – lo scienziato a capo del team di ricerca, primo autore dello studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters – ha sviluppato una particolare ottica per identificare oggetti simili a Eta Carinae, unendo i dati nell’ottico di Hubble e i dati raccolti nell’infrarosso da Spitzer e catturando quindi le emissioni nel visibile e nell’ultravioletto.
Da un’indagine iniziale di sette galassie condotta nel periodo 2012-2014 non emerse alcun gemello di Eta Carinae, sottolineando la loro rarità. L’indagine, tuttavia, ha consentito di identificare una classe di stelle meno massicce e meno luminose, dimostrando che la ricerca era abbastanza sensibile da trovare, se fossero state presenti, stelle simili a EtaCarinae. L’anno scorso un esame più approfondito ha condotto il team di esperti a trovare ben due candidati nella galassiaM83, protagonista di alcuni memorabili scatti di Hubble e localizzata a 15 milioni di anni luce da noi. I ricercatori hanno trovato poi altri tre oggetti candidati nelle galassie NGC 6946, M101 e M51, tra 18 e 26 milioni di anni luce da noi. Questi cinque oggetti imitano le proprietà ottiche e infrarosse di Eta Carinae, indicando che ognuno contiene molto probabilmente una stella molto massiccia sepolta da un alone di gas e polvere 5 o 10 volte la massa del Sole. A condurre ulteriori e più approfondite analisi su questi oggetti – conclude Media Inaf – sarà il James Webb Space Telescope della Nasa, in fase di installazione per il lancio del 2018. A bordo ci saranno proprio gli strumenti adatti a questo di tipo di survey, come il Mid-Infrared Instrument (MIRI), che ha una risoluzione angolare 10 volte migliore di quella degli strumenti a bordo di Spitzer ed è molto più sensibile alle emissioni dei gemelli di Eta Carinae.