Per gli statali c’è ben poco da stare sereni. Matteo Renzi ha chiesto al commissario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli di alzare l’asticella che li riguarda. Il piano presentato dal presidente del Consiglio la settimana scorsa prevede tagli per tre miliardi a partire da maggio, destinati a finanziare la riduzione del cuneo fiscale (10 miliardi di euro per 10 milioni di stipendi su base annua, ciò significa oltre sei per gli ultimi sette mesi del 2014).
I RICAVI PREVISTI NON BASTANO È CORSA DISPERATA
Il capo del governo sa bene che i tre miliardi rischiano di essere insufficienti, specie se l’Unione europea non dovesse autorizzare scostamenti sul rapporto deficit/pil. Per questo ha chiesto a Cottarelli di andare alla ricerca di “almeno altri due miliardi”, per raggiungere quota cinque, escludendo le pensioni più basse, la scuola e la sanità. A questo punto, l’altra grande voce di spesa sono gli statali, che potrebbero ritrovarsi pesantemente nel mirino. Peraltro la categoria figura già coinvolta nella manovra immaginata da Cottarelli, il quale anzitutto ha focalizzato la sua attenzione sui dirigenti. Dalla riduzione dei loro stipendi si pensa di incassare 500 milioni all’anno. Nel piano si sottolinea il rapporto tra le retribuzioni lorde dei dirigenti pubblici e il reddito pro capite nei principali Paesi dell’area euro.
RETRIBUZIONI12 VOLTE PIÙ ALTEDELLA MEDIA
Secondo la tabella, i dirigenti apicali percepiscono in Germania una retribuzione quasi cinque volte il reddito pro capite, in Francia quasi sei volte e mezzo, in Gran Bretagna otto e mezzo, in Italia 12,63 volte. Per quanto riguarda i dirigenti di prima fascia, il rapporto è ancora più sproporzionato: in Germania hanno una retribuzione poco più di quattro volte il reddito pro capite, in Francia poco più di cinque volte, in Gran Bretagna 5,59, in Italia il doppio: 10,17. Un po’ più in linea sono i dirigenti di seconda fascia con funzioni di coordinamento: tutti hanno stipendi tra le quattro e le cinque volte il reddito medio pro capite. Si legge nel rapporto: «Una riduzione della retribuzione dei dirigenti era già stata proposta a settembre 2013, anche se in misura più contenuta di quella proposta, attraverso l’imposizione di tetti di retribuzione.
POSSIBILELA RIDUZIONEDEI MAGISTRATI
I risparmi qui proposti comportano un calo della retribuzione media dell’8-12 per cento (a seconda della base coperta, per esempio includendo o meno i magistrati; sono comunque esclusi scuola e sanità)».
Cottarelli trova anche un altro modo di usare le forbici: «Ulteriori risparmi si potrebbero ottenere da una riduzione del numero dei dirigenti pubblici e dalla relativa normativa. Nuove regole (almeno per i nuovi dirigenti) potrebbero includere superamento della distinzione in fasce della dirigenza, ruolo unico della dirigenza, abolizione degli incarichi».
TROPPE 5 POLIZIE COSTANO 20 MILIARDI
All’analisi non sfuggono le forze dell’ordine, sebbene non nell’immediato, perché i risparmi sono da mettere in preventivo per l’anno prossimo. Si parla, nello studio, di “sinergie tra i corpi di polizia”. La riflessione è questa: le forze di polizia sono cinque e costano circa 20 miliardi, molto rispetto ad altri Paesi. In base alle stime elaborate dall’ex ministro Piero Giarda, per il solo “efficientamento” delle polizie individuali (anche senza sinergie), si sarebbero potuti risparmiare 1,7 miliardi.
IN ITALIA COMEIN GRECIASERBIA E MALTA
Ma sono davvero troppi i nostri poliziotti, carabinieri e finanzieri? Come risposta, viene allegata una tabella sulle unità di polizia ogni 100.000 abitanti (anno 2012, fonte Eurostat). Al primo posto risulta Cipro con 610 unità, poi ex Jugoslavia, Turchia, Spagna, Croazia, Grecia, Serbia e quindi Italia a quota 466 unità. Francia e Germania sono piazzate ai posti 22 e 23, rispettivamente con 312 e 298 unità. F. d. O. (Il Tempo)