Apre a Bangui, in Centrafrica, uno dei cinque Paesi più poveri del mondo, la prima postazione di telemedicina. Michelangelo Bartolo, di Global Health Telemedicine Onlus, la struttura operativa del programma Dream della Comunità di Sant’Egidio che promuove il progetto, spiega così cosa si potrà fare con la postazione. “Il servizio di telemedicina si può paragonare ad un radiotaxi mondiale della sanità. Da un centro clinico si immettono all’interno del software una serie di dati clinici del paziente, dopodiché da una rosa di 13 specialisti si sceglie quello di cui si ha bisogno, e la richiesta va nel Web. In Italia abbiamo 80 medici volontari che gratuitamente metto a disposizione il proprio tempo. Quando uno riceve l’sms, si collega al computer, e il primo che risponde, proprio come un radiotaxi, può dare indicazioni diagnostiche certe”. A realizzare il progetto, interamente italiano, sono stati – oltre la Ght Onlus – l’associazione “Amici del Centrafrica”, da 14 anni presente in Repubblica Centrafricana e che ha realizzato a Bangui il centro polifunzionale “Joie de vivre” a servizio di 450 bambini dove verrà ospitata la postazione – e la onlus Nico i Frutti del Chicco, che ha finanziato la postazione che verrà battezzata “Nicolò”. “Questo è un nuovo modo di fare sanità, un nuovo modo di fare cooperazione e anche un nuovo modo di fare formazione”.Delle opportunità offerte dalla telemedicina nelle iniziative di volontariato e aiuto ai Paesi poveri, e in particolare del programma Dream di Ght Onlus, se ne è parlato a Expo Milano 2015 nel corso di una giornata di studio nello spazio Kip International School. “E’ una idea per creare un nuovo tipo di cooperazione, ad alto impatto, ma a prezzi contenuti. Oggi la cooperazione è in crisi e siamo qui all’Expo per dire che più cultura, più sanità, più tecnologia possono essere delle chiavi per sviluppare di più l’Africa”. L’inaugurazione del centro avviene negli stessi giorni della visita di Papa Francesco a Bangui, il 29 e 30 novembre, un’occasione importante per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la tragedia di questo Paese violentato da una guerra senza fine. Pier Paolo Grisetti di “Amici per il Centrafrica”, sottolinea l’importanza di questa occasione: “A fine novembre a Bangui aspettiamo la visita di papa Francesco perché speriamo che la sua presenza possa portare un segno di pace e speranza in una terra sconvolta dalla guerra”.