Ancora 12 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti dai cittadini italiani finisce nelle discariche del Paese, una quantita’ ancora alta ma che segna un calo dell’11,7% nel 2012 rispetto all’immondizia smaltita in discarica nel 2011. Stando ai dati del Rapporto Rifiuti 2013 dell’Ispra, il numero delle discariche per rifiuti non pericolosi che hanno smaltito Ru, nel 2012, e’ pari a 186, sei in meno del 2011, confermando la tendenza gia’ evidenziata nell’ultimo quinquennio. A chiudere sono soprattutto le discariche di piccole dimensioni a vantaggio di grandi impianti a servizio di aree geografiche piu’ estese. Dall’entrata in vigore del d.lgs. n. 36/2003, che ha completamente ridisegnato il quadro impiantistico nazionale, recependo gli stringenti requisiti tecnici imposti dalla normativa europea, hanno chiuso 288 discariche, l’80% delle quali al Sud (229 unita’), 43 al Nord e 16 al Centro.
Circa il 39% dei rifiuti urbani prodotti vengono ancora avviati in discarica, con una riduzione di 3 punti percentuali rispetto al 2011. In alcune regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Molise e Calabria) si assiste ad un leggero incremento rispetto al 2011 che va pero’, in gran parte ascritto al conferimento di rifiuti provenienti da altre regioni. Nel 2012, la regione che ha smaltito in discarica le minori quantita’ dei rifiuti urbani prodotti e’ il Friuli Venezia Giulia (7%), seguita dalla Lombardia (8%) e dal Veneto (11%), mentre ancora sopra l’80% si trovano molte regioni del Sud, ed in particolare, il Molise (105%), la Calabria (81%) e la Sicilia (83%). Il dato relativo al Molise e’ dovuto allo smaltimento nelle discariche regionali di quasi 60 mila tonnellate di rifiuti,provenienti dall’Abruzzo.
Non considerando queste quantita’, rileva l’Ispra, la percentuale di smaltimento scenderebbe al 58% del totale dei rifiuti prodotti. Al Centro, ad eccezione della Toscana (42%), le altre Regioni presentano percentuali di smaltimento in discarica superiori al 50% dei rifiuti prodotti. A livello nazionale, piu’ della meta’ dei rifiuti (53%) vengono smaltiti senza essere sottoposti ad alcuna forma di pretrattamento, in molte aree tale prassi e’ applicata diffusamente, infatti, in sei regioni (Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Marche, Campania e Piemonte), la percentuale dei rifiuti non pretrattati supera il 70%. In altre sei regioni (Lazio, Basilicata, Veneto, Sicilia, Calabria, e Toscana) la percentuale raggiunge il 50%; in Emilia Romagna si scende al 49%, le rimanenti regioni sono sotto il 25%. Il Molise (2%), l’Abruzzo (3%) e la Lombardia (3%) presentano le percentuali piu’ basse di rifiuti non pretrattati.