Scienza e Tecnologia

In Europa ozono “cattivo” aumenta anzichè diminuire

In Europa i cambiamenti climatici stanno contribuendo ad aumentare i livelli di ozono in aria, invece che ridurli. È quanto emerge da una ricerca pubblicata lunedì 20 aprile sulla prestigiosa rivista internazionale “Nature” nella sezione Climate Change condotta dai fisici dell`Università Cattolica, campus di Brescia, Giacomo Gerosa e Angelo Finco, con altri autori (https://www.nature.com/articles/s41558-020-0743-y). “Attraverso un lavoro retrospettivo che ha combinato misure e modelli abbiamo dimostrato che i cambiamenti climatici in Europa stanno contribuendo ad aumentare i livelli di ozono in aria, invece che ridurli come si era sempre creduto”, spiegano i ricercatori dell`Università Cattolica.

Da anni il Dipartimento di matematica e fisica della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell`Università Cattolica, campus di Brescia, sta studiando gli impatti dell`ozono sulla vegetazione e sul sistema climatico, a partire dai progetti di rilevante interesse nazionale (PRIN) dei primi anni 2000 fino ai progetti europei Manfred ed ECLAIRE recentemente conclusi. Le misure alla base della ricerca, pubblicata alla vigilia dell`Earth Day 2020, che si celebra domani, mercoledì 22 aprile, sono state condotte nella foresta di Ulborg in Danimarca e, per quanto riguarda la parte italiana dello studio, nella foresta della riserva presidenziale di Castelporziano a Roma. Sono state effettuate, inoltre, osservazioni dei livelli di fondo di ozono troposferico misurate in stazioni in quota in Svizzera (Jungfraujoch), Germania (Zugspitze, Hohenpeissenberg) e Austria (Sonnblick), oltre che misure prese da satellite.

Le simulazioni modellistiche sono state invece condotte a Princeton (USA) e hanno tenuto conto di un complesso di scenari legati all`aumento delle emissioni di CO2, COV, NOx e metano, in particolare da parte dei paesi asiatici. I risultati di questa ricerca possono servire a mettere a punto strategie più efficaci per la riduzione dei livelli atmosferici di ozono, perché quelle attualmente adottate sono vanificate dai cambiamenti climatici in atto. L`ozono al suolo (non quello in stratosfera, che è “buono”) è la bestia nera estiva perché è un forte ossidante in grado di causare seri danni alla vegetazione agricola (con riduzione anche dei raccolti) e forestale e indurre irritazioni oculari, cutanee e polmonari nell`uomo, in particolare nei soggetti più fragili e affetti da patologie polmonari pregresse (quali asma o BPCO). “In Italia la situazione è leggermente migliorata rispetto a 10 anni fa. Tuttavia – concludono i ricercatori – le simulazioni modellistiche mostrano che la situazione è destinata di nuovo a peggiorare, malgrado i nostri sforzi di riduzione delle emissioni dei precursori dell`ozono, a causa del riscaldamento in atto e alla recrudescenza degli eventi siccitosi”.

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