In Giappone nuovo stato d’emergenza Covid. Olimpiadi tornano a rischio

In Giappone nuovo stato d’emergenza Covid. Olimpiadi tornano a rischio
23 aprile 2021

A tre mesi dall’apertura delle Olimpiadi di Tokyo, già rimandate lo scorso anno a causa del coronavirus, la capitale giapponese e le prefetture di Osaka, Kyoto e Hyogo entreranno da oggi in un nuovo stato d’emergenza a causa dell’arrivo di una nuova ondata di contagi da Covid-19. E questo sta rendendo più consistenti le argomentazioni di chi pensa che i Giochi debbano essere cancellati. L’apertura delle Olimpiadi è fissata per il 23 luglio. Saranno, se si terranno, Giochi senza pubblico straniero, ma che comunque attireranno tra stampa e delegazioni decine di migliaia di persone. Il governo nipponico mantiene la sua posizione, secondo la quale lo svolgimento si terrà in piena sicurezza. Tuttavia anche all’interno del sistema di potere nipponico emergono voci perplesse. La scorsa settimana il segretario generale del Partito liberaldemocratico Toshihiro Nikai, numero due della compagine di maggioranza dopo il premier Yoshihide Suga, ha sorpreso molti sostenendo che la cancellazione “potrebbe essere un’opzione” se non si riesce a ingabbiare l’epidemia. Dopo la sua dichiarazione vi sono state alzate di scudi da parte di molti, compresa la ministra per le Olimpiadi Tamayo Maruyama. E lo stesso Suga martedì ha chiarito che lo stato d’emergenza non avrà alcun impatto sulle Olpimpiadi.

Fatto sta che il Giappone, un paese che è riuscito a contenere in maniera piuttosto efficiente (e senza imporre lockdown duri) per tutto l’anno di pandemia trascorso il virus grazie al suo peculiare sistema di tracciamento retrospettivo e a una battente campagna di sensibilizzazione dei cittadini, oggi sta affrontando una nuova ondata provocata dalla diffusione delle varianti del Covid. Oggi il premier dovrebbe proclamare il nuovo stato d’emergenza che durerà 17 giorni, con una serie di richieste alla popolazione e ai locali pubblici di diradare o fermare le proprie attività. Suga ha chiarito che lo stato d’emergenza si rende necessario anche perché si approssima il Golden Week, il periodo in cui molti giapponesi sfruttano la vacanza per ritornare ai propri territori d’origine e svagarsi. Si tratta di un’occasione per riunioni familiari, che in questo momento sono ritenute pericolose per la diffusione del virus. L’organizzazione olimpica deve ancora decidere se, oltre agli spettatori in arrivo dall’estero, anche per i residenti in Giappone gli stadi e i luoghi olimpici saranno off-limits. Intanto la torcia olimpica sta viaggiando per il Giappone in tono estremamente ridotto. Alcuni appuntamenti sono stati cancellati. Altri sono avvenuti senza pubblico.

La presidente del Comitato organizzatore Seiko Hashimoto ha fornito stime precise su quale sarà il fabbisogno di personale medico-sanitario per le sedi olimpiche: 10mila addetti, tenendo presente che solo le delegazioni olimpiche conteranno qualcosa come 30mila tra atleti, dirigenti e accompagnatori. Questo un paese che, ogni volta che la situazione del Covid sfugge all’efficiente tracciamento, mostra la sua vera fragilità: un sistema sanitario abbastanza poco pronto ad affrontare picchi di ricoveri. Accanto a questo va segnalato un ritardo enorme nel programma di vaccinazione. Nei giorni scorsi è stato segnalato che appena l’1 per cento della popolazione è stata finora sottoposta a vaccinazione. Non sorprende quindi che il comitato organizzatore non abbia in programma di richiedere la vaccinazione obbligatoria per delegazioni e spettarori. Da un punto di vista politico, però, la cancellazione dei Giochi sarebbe un pessimo risultato per il Giappone, anche perché il prossimo anno la Cina – rivale regionale di Tokyo – ospiterà le Olimpiadi invernali.

Suga si gioca molto del suo standing internazionale sulle Olimpiadi, tanto che incontrando nei giorni scorsi per la prima volta Joe Biden da presidente in presenza a Washington ha ribadito che il Giappone intende ospitare le Olimpiadi come “simbolo di unità” nel mondo. E ha ottenuto dal numero uno della Casa bianca il sostegno per “sicuri Giochi olimpici e paralimpici”. Ma anche a livello interno le Olimpiadi rischiano di essere una trappola infernale per il primo ministro. Se non si terranno sarà il fallimento della sua linea, se si terranno e ci saranno problemi per il Covid, altrettanto, ne rischia di pagare le conseguenze politiche. La strada è stretta e Suga entro la fine dell’anno si ritroverà a dover affrontare un test importante: le elezioni per la Camera dei Rappresentanti, cioè la più importante delle due camere che formano la Dieta, il parlamento nipponico. askanews

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