Qualche giorno dopo l’annuncio a sorpresa delle dimissioni del primo ministro giapponese Shinzo Abe, ufficialmente per “motivi di salute”, è partita la corsa per la successione con i primi candidati che si sono fatti avanti nel Partito Liberal democratico (PLD) per prendere il suo posto. Tra i favoriti figurano l’attuale ministro della Difesa, Taro Kono, 57 anni e il potente segretario generale di gabinetto, Yoshihide Suga, 71 anni: “Non farò commenti sull’elezione del capo del partito qui – ha tagliato corto il capo di gabinetto Suga – chiunque esso sia, il potere attuale farà tutto il possibile da qui alla formazione del nuovo governo per lottare contro il coronavirus e proteggere la vita dei cittadini”.
Al potere da fine 2012, Abe, 65 anni, ha annunciato venerdì 28 agosto le sue dimissioni, indebolito dal ritorno di una malattia cronica dell’intestino, la colite ulcerosa. Il premier ha comunque precisato che resterà al suo posto fino a quando non sarà nominato il suo successore. Normalmente gli aspiranti al governo dovrebbero ottenere la presidenza del partito di maggioranza, che è decisa dal voto, 50% di delegati del partito, 50% dagli iscritti, che sono oltre un milione. Ma nell’emergenza, le regole del partito consentono un voto solo dei parlamentari del partito e tre rappresentanti da ognuna delle 47 prefetture giapponesi: un totale molto più maneggevole e influenzabile di 535 elettori.
Tra gli altri papabili lo stratega politico del partito ed ex ministro degli Esteri, Fumio Kishida, 63 anni; l’ex ministro della Difesa Shigeru Ishiba, 63 anni, popolare nella base del partito, rischierebbe tuttavia di essere svantaggiato in caso di votazione ridotta. Una sola donna in lizza, ma con poche chances: l’ex ministra Seilo Noda, 59 anni.