Lombardia prova di forza per Pirellone 2023 in 128 Comuni
Como, Monza e LodiSi i tre capoluoghi al voto per le Comunali
Di ufficiale in Lombardia per le regionali del 2023 non c’è ancora nulla, né la probabile ricandidatura di Attilio Fontana per il centrodestra né tantomeno il nome di uno o più sfidanti dell’attuale opposizione. Di certo però, se il centrosinistra vorrà giocarsi davvero la partita dopo 30 anni di sconfitte, se vuole dimostrare che la dolorosa e altalenante gestione regionale della pandemia ha fatto cambiare il vento, dovrà cominciare a darne prova alle comunali del 12 giugno, non solo nei tre capoluoghi di provincia, cioè Como, Monza e Lodi, tutti oggi governati dal centrodestra. In palio ci sono 128 sindaci e Consigli comunali da conquistare (su 1.506), compresa la simbolica sfida di Sesto San Giovanni, centro più importante dell’hinterland milanese. Gli eventuali ballottaggi si terranno il 26 giugno. Tra i tre capoluoghi quello con la gara più aperta è senz’altro Como, dove la coalizione di centrodestra si presenta ammaccata da una serie di litigi che hanno portato Fdi e Forza Italia a scaricare nei mesi scorsi il sindaco uscente, Mario Landriscina.
Al suo posto è stato candidato Giordano Molteni, ex primario dell’ospedale Sant’Anna e ex sindaco di Lipomo per tre mandati. Se le deve vedere con altri sette candidati, tra i quali Barbara Minghetti, professionista del mondo musicale e teatrale. La sostengono cinque liste, compresa una di liberali-riformisti-europeisti, inciampata nella retromarcia su Doha Zaghi, aspirante consigliera comunale alla quale è stata poi negata la candidatura dopo l’emersione di video hot nei quali è protagonista con lo pseudonimo di Lady Demonique. Nella città di Teodolinda il sindaco attuale Dario Allevi, di Forza Italia, punta invece alla riconferma grazie al sostegno convinto anche di Lega e Fdi. Oltre allo sfidante più accreditato, cioè il dem Paolo Pilotto, dovrà battere però anche la “maledizione” monzese che ad oggi ha impedito a tutti i primi cittadini uscenti di centrare l’obiettivo del secondo mandato.
Insegnante di religione al liceo al classico Zucchi, Pilotto si è imposto alle primarie per soli 14 voti su circa 2.000. Lo sostiene una coalizione molto ampia, che include Azione, Iv e Europa Verde, ma anche Possibile dell’ex rottamatore Giuseppe Civati. In passato Pilotto è stato assessore e consigliere di opposizione. In corsa ci sono anche altri sette candidati, nessuno dei quali rappresenta però il M5s.
A Lodi il centrodestra punta ancora sulla turbo-leghista Sara Casanova, che nel 2017 si impose sulla scia delle dimissioni dell’ex sindaco di centrosinistra Simone Uggetti (erede dell’attule ministro Lorenzo Guerini) che fu coinvolto in una vicenda giudiziaria dalla quale non è ancora uscito (assoluzione in appello annullata dalla Cassazione). Forse per questo il centrosinistra ha buttato nella mischia un volto nuovo, il 24enne Andrea Furegato, bancario con laurea in Cattolica e cintura nera di judo. A suo favore si è speso anche il sindaco di Milano, Beppe Sala. Tra i 27 Comuni con più di 15.000 abitanti al voto il più importante è senz’altro Sesto San Giovanni, l’ex “Stalingrado d’Italia” che nel 2017 fu espugnata dal’attuale primo cittadino Roberto Di Stefano. Durante il primo mandato ha seguito il percorso politico della moglie, l’europarlamentare Silvia Sardone, passando da Forza Italia alla Lega. A sfidarlo è Michele Foggetta, di Sinistra italiana, nome uscito a sorpresa dalle primarie. Tra i temi che hanno scaldato la campagna elettorale sestese, animata da diverse visite di leader nazionali, c’è l’ipotesi che vengano costruiti nel Comune alle porte di Milano la “moschea più grande d’Italia”, ma anche lo stadio del Milan nell’ex area Falck.