Notte di tensione in diverse città d’Italia per le proteste contro le chiusure decise dal governo con il Dpcm del 24 ottobre per fronteggiare la seconda ondata della pandemia di coronavirus. Particolarmente calda la situazione a Torino e Milano. Nel capoluogo piemontese centinaia di persone si sono radunate in piazza Castello e piazza Vittorio e si sono avuti veri e propri episodi di guerriglia urbana anche in via Roma, dove sono state infrante le vetrine delle griffe del lusso. All’imbocco di via Po da piazza Castello è stato anche schierato un blindato con idranti per disperdere i manifestanti. E poi stato appiccato il fuoco ad alcuni monopattini in piazza Castello quasi all’angolo con via Verdi, dove sono intervenuti i vigili del fuoco. Assaltato anche il McDonald in piazza Castello, le cui vetrine sono state completamente spaccate.
Ma una delle immagini che hanno caratterizzato la notte di scontri tra manifestanti anti Dpcm e forze dell’ordine a Torino, una notte difficile, che ha visto dieci fermi e due agenti feriti, oltre che l’inquietante presenza nei cortei di personaggi del mondo ultrà, è quella del saccheggio del negozio di Gucci in via Roma. Il video sta circolando in Rete da ore e mostra un gruppo di giovani, apparentemente molto giovani e dall’aspetto non particolarmente aggressivo che di fronte alla vetrina sfondata dello storte del celebre marchi della moda, rubano i vestiti dai manichini, tentando di accaparrarsi un capo firmato. Ovviamente Gucci è un brand globale e non un negozio di quartiere, ma quel vetro spaccato è una innegabile conseguenza, o danno collaterale che dire si voglia, della manifestazione indetta nel nome di una forma di “libertà”.
Danni anche in piazza Carignano. Sempre a Torino, in Prefettura è stato istituito un tavolo anticrisi permanente che tornerà a riunirsi dopodomani 28 ottobre a cui hanno partecipato la sindaca di Torino, Chiara Appendino, l’assessore al commercio Alberto Sacco, la Regione Piemonte, la Camera di Commercio e le associazioni di categorie “per arginare gli effetti della crisi sulle categorie più in difficoltà” a seguito del nuovo Dpcm, ha spiegato la sindaca Appendino. Due agenti di polizia sono rimasti feriti, mentre dieci persone sono state fermate per i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni. Al vaglio degli inquirenti anche l’ipotesi del reato di devastazione.
Momenti di forte tensioni e scontri anche a Milano: le cariche della polizia hanno disperso i circa 200 manifestanti che, con un corteo non autorizzato, hanno sfilato lanciando fumogeni, petardi e molotov e urlando slogan contro Conte e il governo che ha attraversato Corso Buenos Aires e la zona della Stazione Centrale. Secondo quando si apprende ci sarebbero stati due fermi tra i manifestanti e un agente sarebbe rimasto ferito, in maniera lieve, alla testa. In diversi punti del percorso la polizia e i manifestanti sono venuti a contatto, mentre lungo il percorso si segnalano danneggiamenti. Nel corteo, dal quale si è levato spesso anche il grido “Libertà”, si sarebbero trovati anche esponenti del mondo ultras.
Ma la protesta monta in tutta Italia dopo l’ultima stretta legata al Dpcm che prevede, tra l’altro la chiusura dei locali dopo le 18 e lo stop a palestre e attività sportive. A Cremona i ristoratori hanno battuto le pentole davanti alla prefettura e poi le hanno lasciate a terra come in un cimitero di stoviglie, a Catania hanno tirato bombe carta davanti alla prefettura, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo, a Viareggio giovani hanno bloccato il traffico e lanciato fumogeni e petardi: in tutta Italia, in sostanza, si sono svolte manifestazioni di protesta contro il Dpcm che impone le nuove chiusure per limitare il contagio da Covid. In piazza anche a Genova tra ristoratori, lavoratori dello spettacolo e no mask.
Tensioni in serata oltre a Torino e Milano, nelle piazze di Napoli e Trieste. Sparati fumogeni e molotov contro le forze dell’ordine. Fermato un manifestante a Napoli dove lo slogan più gettonato è stato “Reddito di salute per tutti la crisi la paghino i ricchi”. In piazza rappresentanti delle categorie che si sentono danneggiate come i ristoratori, i titolari dei bar, settori dell’indotto del turismo, ma anche studenti, esponenti dei centri sociali, singoli cittadini che stanno perdendo il lavoro. “A salute e a prima cosa ma senza sorde nun se cantano messe”, un altro degli striscioni. Intorno alla piazza decine di camionette delle forze dell’ordine e agenti in tenuta antisommossa. La protesta poi si sposta sotto la sede della Regione Campania. Urlando “dimissioni, dimissioni” contro il governatore Vincenzo De Luca alcune migliaia di manifestanti sono arrivati davanti all’ingresso della sede della Regione Campania in via Raffaele De Cesare, a Napoli.
I manifestanti si sono fermati davanti all’ingresso che è chiuso con le saracinesche abbassate. In tanti intonano ‘Napul’è’ di Pino Daniele. Anche a Palermo protestano i commercianti, ristoratori e dipendenti dei locali davanti alla prefettura. All’iniziativa, pacifica, partecipano un centinaio di persone compresi alcuni lavoratori del settore dello spettacolo. Contestano il nuovo Dpcm del governo e chiedono un sostegno economico per affrontare questo primo mese di chiusura. “Per molti di noi è un nuovo lockdown – dicono alcuni imprenditori del settore dei locali e dei bar – La chiusura alle 18 rappresenta un colpo mortale alle nostre attività. Il governo non ci può abbandonare in questo momento. Abbiamo bisogno di aiuti veri”.