In Polonia vince la destra anti-Ue. Nessuna forza di sinistra in parlamento

In Polonia vince la destra anti-Ue. Nessuna forza di sinistra in parlamento
26 ottobre 2015

Tornano al timone a Varsavia, armati della maggioranza assoluta dei seggi nel nuovo parlamento, i conservatori nazionalisti, euroscettici, ultracattolici di Diritto e Giustizia (PiS): alle legislative di ieri hanno ottenuto il 38% dei sondaggi (secondo proiezioni su risultati non ancora definitivi), percentuale che un sistema di voto con premio di maggioranza traduce in 238 seggi sui 460 che compongono il Sejm, la camera bassa. Per i liberali europeisti di Piattaforma Civica (Po), i registi dell’unica economia nell’Ue mai andata in recessione negli anni della crisi, la batosta è più grossa anche di quanto minacciato dai sondaggi. Piattaforma, il partito dell’ex premier e attuale presidente del Consiglio Europeo Ue Donald Tusk, si è fermato al 23,4% dei voti, ottenendo 135 seggi e poca voce in capitolo nella nuova assemblea dominata dai nazionalconservatori.

Al terzo posto è arrivata la formazione del cantante rock ‘anti-sistema’ Pawel Kukiz, anche lui di posizioni nazionaliste, con 44 seggi, poi Nowocczesna (Moderni) di orientamento liberale, con 24 deputati e il partito dei contadini Psl con 18 seggi. Buona la partecipazione per un Paese dell’ex blocco socialista dove le urne continuano ad attirare poco, al 51,6%. Il gran ritorno di Diritto e Giustizia al potere, senza bisogno di alleati, stravolge gli equilibri nella cosiddetta Nuova Europa, il Centro-Est dell’Ue di cui la Polonia è indiscusso peso massimo, con conseguenze inevitabili anche a Bruxelles. PiS come premier ha candidato Beata Szydlo (foto), dai toni moderati, come il neo capo dello Stato Andrzej Duda, ma il vero dominus resta Jaroslaw Kaczynski, fratello del defunto presidente Lech, vero incubo per l’Ue negli anni in cui è stato premier – tra il 2006 e il 2007 – e come capo del partito euroscettico.

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Ecco i cinque punti principali del programma del Pis.

POLITICA ESTERA E DIFESA: Il Pis punta a rafforzare la cooperazione regionale in seno al Gruppo di Visegrad che riunisce Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia per opporsi ai diktat dei grandi Paesi dell’Unione europea. Il partito conservatore si oppone fermamente all’accoglienza dei rifugiati sul territorio polacco e piuttosto è disposto a offrire aiuti finanziari ai Paesi dove si trovano i migranti. L’asse con Berlino molto probabilmente sarà messo in crisi dalle politiche del PiS. Sul fronte dei rapporti con Mosca, chiede di aumentare la presenza militare americana sul suolo polacco e ha annunciato di voler incrementare la spesa militare almeno al 2,5% del Pil.

ECONOMIA E CLIMA: il partito di Kaczynski sostiene il rafforzamento dei poteri dello stato sull’economia e si oppone fermamente all’ingresso nell’Eurozona. Punta ad aiutare le piccole e medie imprese polacche con tagli alle tasse per dare loro un vantaggio nei confronti delle multinazionali straniere. Inoltre il Pis intende introdurre un’imposta speciale sulle catene della grande distribuzione internazionale e vuole porre un sistema di controllo sul loro sviluppo. Nel programma è prevista una tassa speciale sulle banche e le transazioni finanziarie e una sulla conversione dei prestiti in franchi svizzeri. Il carbone deve rimanere la principale fonte di energia e il Pis, su questa scia, ha fatto grandi promesse ai lavoratori del settore minerario e conta di negoziare con l’Ue la sua posizione sulla lotta ai cambiamenti climatici.

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SOCIALE: il motto del Pis è fare il possibile affinchè i polacchi possano beneficiare della crescita economica, ininterrotta da 25 anni. Nel programma sono stati annunciati l’introduzione di un salario orario minimo, attualmente inesistente, di circa 12 zloty (3 euro), l’abbassamento dell’età pensionabile a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne (i liberali avevano introdotto l’aumento progressivo a 67 anni), l’aumento del reddito esentasse, assegni familiari da 125 euro per ogni bambino e farmaci gratuiti per gli anziani con oltre 75 anni di età.

POLITICA INTERNA: Il partito di Kaczynski intende presentare riforme costituzionali in materia di poteri dello Stato. In particolare vuole aumentare i poteri del presidente per consentire di governare con decreti e intende mettere sotto il controllo politico il sistema giudiziario, attualmente indipendente. Per riuscire nell’intento serviranno i voti di due terzi del Parlamento.

RELIGIONE: Il Pis ha posizioni vicine alla Chiesa cattolica polacca e punta a rendere quasi impossibile l’aborto, più difficile l’accesso alla fecondazione in vitro e vuole rafforzare il posto della catechesi nell’ambito del sistema educativo. (fonte Afp)

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