Non un lazzaretto, ma un vero ospedale da 200 posti letto di terapia intensiva, con 200 anestesisti-rianimatori e 500 infermieri al lavoro in corsia. È stato inaugurato oggi a Milano l’ospedale in Fiera, ideato e allestito nel giro di due settimane per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Da lunedì arriveranno i primi 24 pazienti che occuperanno gli 8 padiglioni già operativi, a regime via via i posti disponibili aumenteranno fino a completare la capienza da 200 letti. A tenere le redini dell’organizzazione sarà il Policlinico di Milano che considera la struttura a tutti gli effetti un suo padiglione.
Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha definito l’opera un simbolo della operosità e della generosità dei milanesi e dei lombardi. “È il primo segnale di una ripresa alla quale noi dobbiamo guardare con speranza. Sono convinto che questo sarà il simbolo della battaglia vinta sul Coronavirus e sarà il simbolo della ripresa della nostra regione”. La struttura è stata realizzata grazie a 21 milioni di euro donati da oltre 1.200 persone che hanno permesso di sostenere le spese. I lavori sono stati chiusi in tempi record, come ha sottolineato il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali.
“Abbiamo fatto in dieci giorni quello che in maniera ordinaria si fa in qualche anno e di questo possiamo essere orgogliosi. Sono orgoglioso per tutte le persone che hanno lavorato a questo progetto a partire dal gruppo della Regione Lombardia che ci ha guidato in questa opera”. Alla realizzazione del progetto hanno lavorato 500 persone, guidate dal consulente scelto da Fontana, Guido Bertolaso che ha continuato a lavorare anche dopo la positività al Coronavirus: “Avevamo fatto una promessa e l’abbiamo mantenuta: abbiamo creato un vero ospedale specialistico”, ha rivendicato oggi in un messaggio l’ex capo della Protezione civile. “Un’opera – ha detto – di cui andare fieri”.