Inaugurazione anno giudiziario: riforma giustizia e criticità carcerarie al centro del dibattito
La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte di Cassazione si è svolta oggi alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La prima presidente della Suprema Corte, Margherita Cassano, ha aperto la cerimonia con una relazione dettagliata sulle attività del 2024.
Riforma giustizia
La riforma della giustizia, recentemente approvata in prima lettura alla Camera, è stata uno dei temi centrali degli interventi. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato l’importanza della separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, garantendo l’indipendenza del pubblico ministero dal potere esecutivo.
“Il legislatore procederà senza esitazione, nella fiduciosa ma incondizionata acquiescenza al referendum popolare che suggellerà questo iter complesso” ha dichiarato Nordio, ribadendo la solidità e la chiarezza del progetto di riforma. “Il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l’accusa, attuando in pieno il principio liberale secondo cui la giurisdizione si attua mediante il giusto processo, dove le parti sono in condizioni di parità davanti al giudice terzo e imparziale”.
Cassano ha presentato dati significativi che evidenziano una riduzione delle pendenze nei procedimenti sia civili che penali. “Si tratta di un risultato assai significativo – ha detto Cassano – ove si consideri che in un biennio le pendenze sono diminuite di oltre 17mila unità e che, per la prima volta, la Corte di cassazione è ritornata ad una pendenza inferiore a quella registrata nel 2003”. Nel penale, la riduzione è stata ancora più marcata, con un calo del 30,3%.
Criticità carcerarie
La relazione ha anche toccato temi di grande urgenza sociale come il sovraffollamento carcerario. “In uno Stato democratico il carcere non può essere un luogo di mortificazione della dignità umana” ha affermato Cassano, richiamando l’attenzione sulla necessità di riforme che promuovano il rispetto dei diritti umani anche nelle carceri. Ha inoltre aggiunto:” Deve risuonare nelle coscienze di ciascuno di noi il monito del Presidente della Repubblica a scongiurare che la persona ristretta in carcere viva in condizioni angosciose e disperanti, ‘indecorose per un Paese civile, tali da costringerla a gesti estremi'”.
Interventi istituzionali
Sono intervenuti anche il procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, l’avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli e il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco. Pinelli ha sottolineato la necessità di un riequilibrio tra i poteri dello Stato, criticando l’eccessiva attivismo di alcuni magistrati e chiamando a un dibattito più costruttivo e meno autoreferenziale. “La legittimazione del magistrato è diversa da quella della politica, perché si fonda sulla possibilità, scevra dal consenso popolare, di intervenire con le sue decisioni sulla vita di tutte le persone” ha osservato Pinelli.
La cerimonia ha messo in luce sia i successi della magistratura italiana nel ridurre i tempi dei processi, sia le sfide significative che ancora attendono il sistema giudiziario, specialmente per quanto riguarda la tutela dei diritti dei detenuti e la necessità di un dialogo più aperto e collaborativo tra le istituzioni. La richiesta di un “patto per lo Stato di diritto” da parte di Cassano risuona come un appello a tutti gli attori istituzionali per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni giudiziarie.