I danni più ingenti provocati dai roghi si contano nella provincia di Palermo, dove sono andati in fumo 3 mila ettari di superficie (2.100 non boscati), nel messinese (1.200) e in provincia di Agrigento (870). Quattro anni fa in Sicilia, secondo i dati del comando del Corpo forestale, i roghi hanno distrutto una superficie di 55.741 ettari provocando un danno di oltre 50 milioni di euro (quello ambientale stimato è stato pari a 40,5 mln, il costo di estinzione di 12,6 mln). Secondo i dati forniti, nel 2012 gli incendi sono stati 1.276, ma solo 4 sarebbero divampati per presunte cause naturali; 1.111 avrebbero una presunta origine dolosa; 61 colposa.
Intanto, Rosario Crocetta, non molla. “Presto ci saranno altri licenziamenti tra i forestali, non faremo sconti a nessuno, non ci spaventiamo. Il popolo siciliano vuole pulizia”. Tuttavia, per il governatore della Sicilia, “dobbiamo stare attenti alla criminalizzazione generalizzata, tra loro ci sono persone che amano la Sicilia e i criminali non possono offuscare queste immagine, ma anche stare in guardia dall’assoluzione generalizzata”. E si chiede: “Noi abbiamo 24 mila forestali: puo’ essere mai che nessuno sa nulla degli incendi? Faccio un appello anche alle organizzazioni sindacali. Sicuramente non apriro’ uno scontro con le parti sociali, e ho apprezzato che non hanno difeso quelli che ho licenziato, ma se hanno dei sospetti devono dirlo”. Crocetta ricorda che “su 24 mila forestali ne abbiamo trovati circa 3 mila con alle spalle numerose condanne. E’ evidente che ogni caso e’ a se’: qualsiasi provvedimento che noi facciamo deve essere nel rispetto delle regole. Siamo partiti dai casi piu’ gravi, ma stiamo procedendo con altri controlli”.
Ma rispetto all’ipotesi che si sia trattato soltanto dell’opera di alcuni ‘farabutti’ che hanno agito autonomamente, Crocetta ha ribadito: “Qui ci sono interessi criminali che hanno bisogno di manovalanza. C’e’ il grande tema degli interessi della mafia ma anche l’attacco politico-mafioso”. Il governatore rilancia. “Innalzeremo lo scontro contro i piromani con due misure immediate. La legge nazionale prevede che per dieci anni non si possa costruire laddove e’ avvenuto un incendio in un bosco. Speriamo di approvare la prossima settimana in giunta una nuova legge che proroghi il divieto per vent’anni. E per i pascoli, con un provvedimento amministrativo, intendiamo impedirne l’uso per cinque anni successivi al rogo, anche per favorire un immediato rimboschimento”.