Inchiesta Consip, indagato il padre di Matteo Renzi: “La mia condotta è trasparente”

Inchiesta Consip, indagato il padre di Matteo Renzi: “La mia condotta è trasparente”
Tiziano Renzi, papà di Matteo
16 febbraio 2017

“Ho ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Roma in cui si ipotizza ‘il traffico di influenza’”. Parla Tiziano Renzi (foto, dx), padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo, è iscritto sul registro degli indagati per il reato di traffico di influenze illecite nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. “Ammetto la mia ignoranza – aggiunge  il padre di Matteo Renzi – ma prima di stamattina neanche conoscevo l’esistenza di questo reato che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati, cui va tutto il mio rispetto,- potranno verificare”. E aggiunge che “i miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro”.

IL PADRE DI RENZI E L’IMPRENDITORE Il procedimento, che vede già sotto inchiesta il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il comandante della Toscana Emanuele Saltalamacchia e l’attuale ministro dello Sport Luca Lotti (foto) per rivelazione del segreto e favoreggiamento (in quanto sarebbero andati a rivelare l’esistenza di indagini ai vertici Consip), punta a fare luce sui rapporti tra il padre dell’ex presidente del Consiglio e l’imprenditore Alfredo Romeo, indagato a Napoli per presunte tangenti date in cambio di appalti assegnati alle aziende della società. La posizione di Tiziano Renzi, che potrebbe essere sentito già la prossima settimana, è diventata rilevante per chi indaga alla luce dei suoi rapporti con Carlo Russo, imprenditore toscano del settore farmaceutico, a sua volta vicino all’imprenditore Alfredo Romeo, sotto inchiesta a Napoli per corruzione nel filone principale.

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LA CONSIP E IL MINISTRO Nella Capitale, invece, è approdato per competenza territoriale lo stralcio dell’inchiesta che  riguarda gli appalti Consip e, in particolare, le “soffiate” ai vertici della società per azioni del Mef che era stata aperta sul loro conto un’indagine. Subito dopo le festività natalizie il pm Mario Palazzi aveva sentito come indagato il ministro Lotti il quale, negando di essere a conoscenza di indagini in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, aveva chiarito come non avesse potuto in alcun modo rivelare circostanze sull’inchiesta ai vertici della stessa Consip. Lotti, che per l’occasione era assistito dall’avvocato Franco Coppi, aveva aggiunto di “non frequentare” l’amministratore delegato della Consip, Luigi Marroni, che, sentito dai pm come testimone, aveva tirato in ballo il ministro. Lotti aveva pure precisato di aver visto Marroni, ex assessore alla Sanità della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip, “solo due volte nell’ultimo anno”. E qualche giorno prima dell’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Renzi, era stato il generale Del Sette a presentarsi spontaneamente dal pm per “chiarire l’infondatezza” delle notizie sul suo conto, ritenute “gravemente lesive della sua dignità”.

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