Il presidente Donald Trump ha dichiarato di essersi rifiutato di rispondere alle domande del procuratore generale di New York, Letitia James, nell’ambito di un’indagine civile sulla Trump Organization, accusata di aver gonfiato i valori di alcuni immobili per ricevere benefici fiscali e maggiori entrate dalle vendite. Trump ha fatto l’annuncio poco dopo essere arrivato negli uffici del procuratore dove era atteso per una dichiarazione giurata. L’ex presidente Donald Trump ha spiegato in un comunicato le ragioni del suo silenzio davanti al procuratore generale e del perché ha invocato il Quinto emendamento.
“Una volta ho chiesto: ‘Se sei innocente, perché stai accettando il Quinto Emendamento?’ Ora conosco la risposta a questa domanda”, ha scritto Trump sul sito 45office.com, aggiungendo che “quando la tua famiglia, la tua azienda e tutte le persone nel tuo ambito sono diventati il bersaglio di una caccia alle streghe infondata e politicamente motivata, appoggiata da avvocati, pubblici ministeri e Fake News Media, non hai scelta”. Trump ha spiegato che è stato il suo team legale a suggerire questa scelta e ha continuato dicendo che “la Costituzione degli Stati Uniti esiste proprio per questo scopo e la utilizzerò al massimo per difendermi da questo attacco malizioso da parte di questa amministrazione, di questo Procuratore Generale e da tutti gli altri attacchi alla mia famiglia, ai miei affari e al nostro Paese”. L’ex presidente si è anche scagliato contro Letitia James definendola un “procurato rinnegato e fuori controllo”, accusandola di aver ordito una “falsa crociata di anni” contro di lui.
L’ex capo dello Stato americano in questo giorno è al centro di una intensa attività legale: martedì le perquisizioni effettuate dall’Fbi nella sua tenuta di Mar-a-Lago in Florida, nell’ambito di un’indagine federale per stabilire se siano stati sottratti documenti riservati che sarebbero dovuti rimanere alla Casa Bianca dopo la fine del mandato presidenziale di Trump. Intanto, il portavoce di Trump, Taylor Budowich, ha definito la perquisizione dell’Fbi nella residenza dell’ex presidente americano “non solo senza precedenti, ma completamente non necessaria”. “Il presidente Trump e i suoi rappresentanti hanno fatto di tutto per comunicare e collaborare con le agenzie appropriate”, ha detto Budowich rispondendo al Washington Post su eventuali documenti portati via dalla Casa Bianca. “Nel disperato tentativo di rimanere al potere, i democratici hanno unito e fatto crescere l’intero movimento conservatore”, ha aggiunto.
Il repubblicano Scott Perry, uno dei principali alleati dell’ex presidente Donald Trump, ha denunciato il sequestro del proprio telefono cellulare da parte dell’Fbi, all’indomani della perquisizione condotta dagli agenti nella residenza di Trump in Florida. “Oggi, mentre viaggiavo con la mia famiglia, tre agenti dell’Fbi sono venuti a trovarmi e mi hanno sequestrato il cellulare – ha detto il rappresentane della Pennsylvania in una dichiarazione riportata dal sito Politico – non hanno tentato di contattare il mio avvocato, che si sarebbe accordato con loro per avere il mio telefono, se questo era il loro desiderio”.
La Casa Bianca non era stata preallertata del raid dell’Fbi nella tenuta di Trump in Florida, Mar-A-Lago, una perquisizione che ha portato al sequestro di numerose casse di documenti, forse materiale secretato che Trump non aveva restituito. Lo dice la portavoce della Casa Bianca Karin Jean-Pierre, indicando che il presidente Joe Biden ha appreso dai media della perquisizione “come il pubblico americano”. “Il presidente Biden è stato molto chiaro già da prima di essere eletto e poi nel corso del suo mandato: il dipartimento di Giustizia conduce le sue indagini in piena indipendenza” ha aggiunto Jean-Pierre. Quanto al motivo della perquisizione – l’inchiesta sull’assalto al Parlamento del 6 gennaio 2021 e la possibilità che Trump ne fosse a conoscenza o che l’abbia addirittura incoraggiata nella speranza di impedire l’insediamento di Biden – la portavoce della Casa Bianca ribadisce, “Non c’è posto per la violenza politica in questo paese”.
La Fox News, frattanto, rivela che gli agenti dell’Fbi, così come il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland e il direttore dell’FBI Chris Wray, stanno ricevendo costanti minacce di morte sulla scia del raid nella residenza dell’ex presidente Trump a Mar-a-Lago in Florida. Secondo fonti raggiunte dal canale TV, le autorità che monitorano i post sui social media stanno individuando un aumento significativo delle minacce di morte, che hanno aperto alla possibilità di aumentare la regolare scorta armata con cui viaggiano siano Wray che Garland.