Inchiesta Open, indagine separata per casa di Renzi
Accertamenti su societa’ in Lussemburgo di cui e’ socio Carrai
C’e’ un’inchiesta della Procura di Firenze, al momento senza indagati ne’ ipotesi di reato, sulle operazioni relative all’acquisto della casa di Matteo Renzi, una villa comprata nel 2018 per 1.3 milioni di euro. Per acquistarla l’ex premier avrebbe ricevuto un prestito da 700.000 euro attraverso un bonifico eseguito dalla madre di Riccardo Maestrelli, imprenditore tra i finanziatori della fondazione Open, anche nominato da Renzi nella cda di Cassa depositi e prestiti. La somma e’ stata poi restituita, ma l’operazione sarebbe stata segnalata come “sospetta” dall’Unita’ antiriciclaggio della Banca d’Italia, facendo scattare le indagini della procura fiorentina. Nessun collegamento ci sarebbe con l’inchiesta sulla Fondazione Open, nata in epoca successiva e nella quale sono indagati a Firenze l’avvocato Alberto Bianchi, l’imprenditore Fabrizio Donnini e la moglie Lilian Mammoliti, l’ad di Renexia Lino Bergonzi e l’imprenditore Marco Carrai. L’ufficio di Carrai, amico di vecchia data di Renzi e consigliere di Open, indagato per finanziamento illecito ai partiti, e’ stato perquisito martedi’ scorso dalle fiamme gialle che hanno sequestrato cellulari, pc e documenti.
Le indagini su Carrai, indicato come la figura di riferimento nel reperimento dei finanziatori di Open, avrebbero portato gli investigatori oltre i confini italiani, facendo scattare verifiche sull’attivita’ della Wadi Ventures, societa’ fondata da Carrai nel 2012 e specializzata nell’acquisizione di partecipazioni societarie, nella quale avrebbero investito anche imprenditori finanziatori di Open. Per l’inchiesta sulla Fondazione Open c’e’ anche la questione relativa a carte di credito che sarebbero state in uso a parlamentari: Luca Lotti, chiamato in causa, si e’ dichiarato estraneo spiegando anche di non essere indagato. Intanto, il settimanale L’Espresso riferisce oggi che tra i “grandi finanziatori” dell’ex cassaforte renziana ci sarebbe Gianfranco Librandi che avrebbe “versato – cosi’ il settimanale – la bellezza di 800mila euro attraverso le sue aziende. Imprenditore, ex di Scelta Civica”. Librandi “e’ stato candidato nel Pd nelle elezioni del 4 marzo 2018: oggi e’ passato ad Italia Viva”. Nella lista – prosegue il settimanale – c’e’ anche Vittorio Farina, “lo stampatore arrestato nel 2017 per bancarotta fraudolenta, che ha versato ad Open 100mila euro’. L’Espresso aggiunge inoltre che “nelle carte degli investigatori dell’Uif viene citato anche un ‘prestito infruttifero’ a favore di Renzi da parte di Carrai. Avvenuto nell’aprile del 2018, pochi mesi prima l’acquisto della villa di Renzi”.