Inchiesta “orge parroci”, tra i preti coinvolti anche l’ex assistente spirituale di Belen. Il vescovo: “Mi vergogno per loro”
PADOVA Davanti al pm don Roberto Cavazzana è stato costretto ad ammettere la sua partecipazione ai festini a luci rosse della canonica
“Questi fatti gettano un’ombra tenebrosa soprattutto sulla nostra Chiesa: forse è per questo che mi vergogno e vorrei chiedere io stesso perdono per quelli che, nostri amici, hanno attentato alla credibilità del nostro predicare. In questo campo anche se penalmente non ci fosse rilevanza, canonicamente, cioè secondo le regole che come Chiesa ci siamo dati, siamo in dovere di prendere provvedimenti disciplinari perché non possiamo accettare fraintendimenti”. Così il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla scrive alle comunità cristiane della sua diocesi in merito allo scandalo dei preti che si sarebbero prestati ad orge sessuali e contro i quali è in corso un’indagine della Magistratura. Intanto, si allarga la relativa inchiesta sulle orge della parrocchia di San Lazzaro, quartiere di Padova. Nella canonica di don Andrea Contin, stando agli ultimi risvolti, c’è stato anche don Roberto Cavazzana, 41enne parroco di Rovolon che avrebbe avuto rapporti sessuali con la ex amante di don Andrea. Il nome di don Roberto Cavazzana è noto al mondo del gossip in quanto è stato fu il primo assistente spirituale di Stefano De Martino e Belen Rodriguez. Quando la coppia maturò la decisione di convolare a nozze, fu il primo a cui si rivolsero realizzando, come dichiarato dallo stesso prete, una decina di incontri di preparazione in vista del matrimonio.
FILMATI HARD Davanti al pm Roberto Piccione, don Roberto Cavazzana è stato costretto ad ammettere la sua partecipazione ai festini a luci rosse della canonica della parrocchia di San Lazzaro. Così si legge sul quotidiano locale Il Gazzettino. È lui l’uomo immortalato nei filmati hard ritrovati: don Andrea si metteva dietro la telecamera e lo riprendeva negli amplessi di don Roberto con la 49enne impiegata che ha fatto partire le indagini. Lo scandalo è esploso lo scorso 21 dicembre, il giorno in cui i carabinieri hanno perquisito la canonica scoprendo una stanza chiusa a chiave in cui erano conservati sex toys e filmini hard nascosti dietro copertine di pubblicazioni religiose. Dalle indagini sulle orge di sesso estremo in canonica, sarebbero saltate almeno sette donne coinvolte e si sarebbe scoperto che don Andrea Contin avrebbe frequentato luoghi in cui si pratica lo scambio di coppie. La donna, nella sua denuncia, ha raccontato che don Andrea sarebbe sempre stato violento nei suoi confronti quando lei decideva di sottrarsi a pratiche sessuali violente e ha raccontato di essere stata anche minacciata con un coltello. Don Andrea, in questo momento, si trova in un ritiro dedicato ai sacerdoti in difficoltà. Lo scandalo che lo ha travolto, in cui i condizionali sono ancora d’obbligo nonostante l’evidenza e il ritrovamento di prove schiaccianti, non è ancora perseguibile. Gli inquirenti vogliono arrivare a stabilire se le ipotesi arrivino a costituire reato di favoreggiamento della prostituzione.
IL VESCOVO Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla al momento si trova in visita alle missioni diocesane in Ecuador e Brasile ed è dall’America latina che invoca la preghiera ed il perdono per le vittime. “Mi hanno fatto bene in queste settimane le preghiere, la vicinanza e la solidarietà di tanti fratelli e sorelle, soprattutto di tanti amici preti e vescovi. Mentre i nostri giornali si gloriano di aver bucato lo schermo a livello internazionale, io mi vergogno – non solo come uomo di Chiesa – perché abbiamo guadagnato solamente la commiserazione di molti, l’ironia e la beffa di molti altri. Non tutti stanno capendo che è una ferita dolorosa per la nostra Chiesa e per la nostra società padovana”, scrive Cipolla. Il vescovo aggiunge che “non dobbiamo dimenticare che la nostra Chiesa splende per storie e persone sante, sia nel passato sia nel presente. Non merita di essere ridotta solo a tutti gli errori e peccati commessi nella sua recente storia, come se si trattasse di una storia di malefatte, ne è giusto presentarla così ai nostri giovani, ai nostri ospiti, alle nostre famiglie. Io sono arrivato da poco qui ma di fronte alla mia Chiesa patavina so di dovermi togliere i calzari… perché è terra santa! Questo male, che fa tanto rumore, non mi impedisce di ricordare e di vedere i tanti preti e diaconi che hanno sacrificato la vita nella coerenza, con umiltà e fedeltà, il bene che tanti uomini e donne stanno vivendo nella discrezione e fuori dai riflettori, a Padova, in Italia, all’estero… la nostra è terra santa! In essa vive il Signore! Chiedo rispetto, in questo momento di dolore, per il bene che ha compiuto, per l’amore manifesto per ammalati, anziani, portatori di handicap, poveri… per le opere di giustizia, di carità, di cultura ed educative per le quali si è sempre spesa, come oggi”. Il vescovo conclude affermando che la Chiesa di Padova vuole “onestà e coerenza, soprattutto al proprio interno; sia benedetto quindi anche chi ci ha aiuta a togliere il male quando si infiltra così prepotentemente tra noi”.