Volevano raccogliere documentazione “compromettente” nei confronti del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, alla vigilia delle ultime elezioni amministrative nelle quali l’ex pm era in corsa per la riconferma. E’ quanto emerge da una indagine condotta dai pm Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e Celeste Carrano, coordinati dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, e che ha portato nei giorni scorsi a una serie di perquisizioni eseguite a Napoli e a Roma dai carabinieri. Al centro dell’attività di raccolta di informazioni un ex dirigente del Comune di Napoli, Giovanni Annunziata. Ad affermarlo un testimone interrogato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli su rapporti tra funzionari pubblici e Romeo Gestioni.
Il testimone è Carlo Vadorini, un amico dell’ex dirigente del Servizio patrimonio del Comune, Annunziata: quest’ultimo, che risulta indagato, secondo l’accusa, avrebbe chiesto e ottenuto dalla Romeo Gestioni, l’assunzione di Vadorini presso la società. Il verbale delle dichiarazioni del testimone è stato depositato agli atti del Tribunale del Riesame. Vadorini sostiene che Annunziata gli riferì che stava raccogliendo presso gli uffici comunali, alla vigilia delle elezioni, documenti “compromettenti” per danneggiare de Magistris nell’interesse di una parte politica avversa, non specificata nel verbale di interrogatorio. Alla domanda dei pm se a dargli questo incarico fosse stato l’imprenditore Alfredo Romeo (che non è indagato nell’inchiesta), il testimone ha risposto di non saperlo ma di non poterlo escludere.
Soggiorni in alberghi a cinque stelle a pubblici funzionari in cambio di pareri e autorizzazioni favorevoli e irregolarità nel servizio di pulizie dell’ospedale Cardarelli di Napoli sono due dei filoni al centro dell’inchiesta della Procura che ha puntato l’attenzione su un presunto scambio di favori e regali da parte di dirigenti della Romeo Gestioni spa. In uno dei filoni relativo ai lavori di ristrutturazione in un albergo della Romeo in via Ripetta, a Roma, è coinvolta una funzionaria della Sovrintendenza archeologica capitolina. L’indagine – anche se in queste ultime vicende non vi sono assolutamente riferimenti a collusioni con clan – e’ scaturita da una inchiesta anticamorra della Dda dalla quale sarebbero emersi ”acclarati collegamenti e rapporti tra le maestranze della Romeo Gestioni ed esponenti della criminalita’ organizzata”.