Cronaca

“Inchino” a boss nel Catanese, vescovo ferma le processioni. Una decina gli indagati

Dopo l”inchino’ al boss di San Michele di Ganzaria, Francesco La Rocca, in occasione della processione del Cristo morto, il Venerdi’ santo, monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le processioni nel piccolo e antico centro del Calatino. “Dopo quanto avvenuto e’ necessario fermarsi – afferma – la magistratura fara’ chiarezza sull’intera vicenda. E’ evidente, pero’, che sotto il profilo pastorale sia necessario riflettere su quanto e’ successo e impegnarsi con le azioni dovute ed appropriate, in particolare per non ferire ulteriormente la devozione autentica e l’accoglienza delle quali la comunita’ sammichelese ha sempre dato prova”. La deviazione della processione, quasi con una sollevazione popolare; le aperte critiche contro il parroco che sarebbe stato colpevole di non avere rispettato la tradizione; le voci che ne sono seguite, per il vescovo, “attendono adesso la loro chiarificazione per essere, pastoralmente, riorientate al fine di evitare il ripetersi di simili accadimenti ed evitare degenerazioni e abusi”.

In prossimita’ della Settimana santa il parroco della comunita’, aveva richiamato i fedeli ad una sentita e genuina partecipazione di fede e ad una pieta’ popolare nutrita dai valori della liturgia. Per ovviare alle criticita’ degli anni precedenti, il parroco, il Consiglio pastorale e il Comitato, sentita anche la comunita’, avevano deciso di ridurre il percorso della processione, tagliando tutti quei tratti che presentavo delle difficolta’ (come ad esempio la salita al Carmelo e le altre strade eliminate rispetto al percorso tradizionale, tratti partecipati da pochi; la strada statale che non si puo’ occupare per tempi prolungati), nel tentativo di favorire una partecipazione attiva e consapevole in un clima di silenzio e di preghiera. Tale decisione e’ stata comunicata ai carabinieri, al sindaco e all’amministrazione comunale. Nel momento in cui i portatori hanno deviato dal percorso stabilito il sindaco (che si e’ tolta la fascia) e il parroco non hanno piu’ seguito la processione, dissociandosi da quanto stava accadendo e affermando che quei percorsi non erano autorizzati. Sui passaggi incriminati faranno adesso luce le autorita’ competenti. Conclude Peri: “Ho pieno rispetto e fiducia nel lavoro dei carabinieri e della procura. E’ pero’ mio dovere, come pastore di questa porzione del Popolo di Dio che mi e’ stata affidata, qualora se ne ravvisasse il pericolo, difendere la fede e la tradizione popolare da tutto cio’ che e’ antievangelico”.

Intanto, la procura di Caltagirone ha iscritto sul registro degli indagati, come atto dovuto, una decina di persone, la maggior parte portatori della bara di Cristo morto. Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, la bara si e’ staccata dal corteo principale, dove sono rimasti in forte dissenso con la deviazione, il sindaco, il parroco e il comandante della stazione dei carabinieri; la sosta sarebbe durata mezz’ora nella zona dell’abitazione dei La Rocca, tra lunghi applausi. Secondo i ‘tradizionalisti’ il corteo ha rispettato il percorso storico che la chiesa aveva quest’anno per la prima volta modificato, per gli investigatori e’ stato fatto un omaggio al boss.

Articolo agiornato alle 10:24

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redazione