All’ election day di domenica e lunedì prossimi quanti elettori all’uscita dal seggio si faranno avvicinare da rilevatori in assetto anti Covid e quanti invece li terranno a distanza e li eviteranno? E quantì presidenti di seggio consentiranno agli stessi addetti degli istituti demoscopici di assistere agli scrutini senza superare le soglie massime di presenza e quelle minime di distanziamento, posto che prima di loro quanto meno i rappresentanti di lista posto vantare diritti oltre agli addetti ai seggi?
Fra le tante incognite che accompagnano le prime elezioni a suffragio universale della storia italiana in piena pandemia, ci sono anche quelle legate non solo all’affluenza degli italiani al seggio ma anche a quanti fra quelli che andranno a votare si faranno poi avvicinare dai sondaggisti. Ad ammettere il busillis sono stati direttamente gli istituti che formano il Consorzio Opinio Italia, vincitori del bando con cui la Rai ha assegnato l’appalto per annunciare lunedì prossimo dalle 15 in poi agli italiani in ascolto del servizio pubblico i primi risultati del tanto atteso e imprevedibile “Election day 2020”.
In un incontro organizzato a Roma dalla società di comunicazione Comin and Partner, il direttore di Ipr Antonio Noto, quelli di Emg Aqua Fabrizio Masia e il vicepresidente dell’Istituto Piepoli Livio Gigliuto hanno assicurato di avercela messa tutta tecnologicamente e umanamente parlando per ridurre al minimo rischi e incertezze da Covid in vista del grande giorno. Ma che solo la prova dei fatti potrà dirci se è stato abbastanza. L’incontro è servito a ricordare ordine e tempistica della diffusione dei primissimi risultati sui canali del servizio pubblico: dalle 15 exit poll e dalle 16 proiezioni, seguendo l’ordine di legge degli scrutini: prima i presidenti di Regioni, poi il referendum, quindi i Sindaci, da ultime i voti alle liste per i consigli regionali e provinciali.
Nella convinzione che realisticamente già fra le 17 e le 20 un quadro chiaro del risultato nella sfida per i 7 posti da Governatore in palio e fra il sì e il no al taglio dei parlamentari sarà possibile e tendenzialmente definitivo. Le mani avanti dei sondaggisti hanno riguardato non solo l’impatto sul voto della paura da Covid (la possibilità che soprtattutto gli anziani per timore del contagio non vadano a votare a loro dire potrebbe penalizzare soprattutto il centrosinistra) ma anche l’esito finale della partita. “In media – hanno ricordato Noto, Masia e Gigliuto- il 10% di chi va a votare dice come votare nelle 48 ore precedenti l’esercizio del voto e addirittura il 7% fa la sua scelta dentro la cabina elettorale”.
Sempre con riferimento all’esperienza maturata nelle elezioni passate, fra le altre tendenze ricordate dai sondaggisti emerse nell’incontro c’è quella della tradizionale poca incidenza sul risultato delle Regionali degli appelli al voto disgiunto, a fronte invece della consolidata tendenza di voti di opinione solo per il Governatore senza indicazione di alcuna lista, con l’effetto – vedi Bonaccini in Emilia Romagna. Di molti più voti ai candidati presidenti di quelli raccolti dalle liste a loro sostegno. Così come con scetticismo sono state accolte da parte loro le osservazioni dei giornalisti sulla possibilità che i fatti politici più rilevanti delle ultime settimane, dalla riapertura della scuola dopo sei mesi di lockdown alla nuova inchiesta sulla Lega, possano più che tanto incidere sul risultato delle elezioni. Questo almeno, stando alle esperienze passate. “Perchè davvero le prime elezioni italiane in pandemia potranno avere variabili finora sconosciute”, hanno sottolineato più volte. Impreviste e imprevedibili.