di Maurizio Balistreri
Disarmo nucleare, lotta al terrorismo internazionale, dialogo con la Russia, sicurezza nei mari di fronte alle nuove sfide poste dalla crisi dei migranti nel Mediterraneo e dell’attivismo cinese nel Mar cinese meridionale: sono alcuni dei temi che verranno trattati nel prossimo G7 dei ministri degli Esteri che si terrà a Hiroshima ad aprile. A presentarli e a discuterne con il suo omologo italiano, Paolo Gentiloni, è venuto oggi a Roma il ministro degli Esteri nipponico Fumio Kishida, approfittando anche del fatto che quest’anno si festeggiano i 150 anni di relazioni diplomatiche tra Roma e Tokyo. E’ un anno particolare per gli scambi tra i due paesi. Non a caso a maggio sono attesi sia il primo ministro Shinzo Abe, che secondo quanto ha annunciato oggi Gentiloni incontrerà a Firenze il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sia il principe imperiale Akishino con la consorte Kiko, i quali incontreranno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e non si esclude possano essere ricevuti da papa Francesco. Oltre ai viaggi che Renzi e Gentiloni faranno in Giappone per gli appuntamenti connessi al summit dei Sette Grandi, che si terrà a Iseshima il 26-27 maggio. La riunione dei ministri degli Esteri G7 si terrà a Hiroshima, l’unica città assieme a Nagasaki che è stata bombardata con un ordigno atomico nella storia, dalla quale proviene lo stesso ministro degli Esteri giapponese. “Sarà importante dare un forte messaggio, visto che si svolge a Hiroshima, sul disarmo e sulla non proliferazione per un mondo libero da armi nucleari”, ha affermato il capo della diplomazia nipponica.
Resta ancora un punto interrogativo sulla possibilità che i ministri degli Esteri vadano a visitare il Museo della Pace e Memoriale dell’atomica, dove sono conservate le memorie degli effetti devastanti della bomba sganciata dalle forze Usa nel 1945 per dare il colpo di grazia alla capacità bellica del Giappone. Il dubbio è ovviamente più che altro relativo alla presenza del segretario di Stato John Kerry a una visita di questo tipo: mai un esponente in carica di così alto livello dell’Amministrazione Usa ha visitato i memoriali di Hiroshima o Nagasaki. Potrebbe trattarsi di una visita collettiva, ma al momento non sembra esserci ancora nulla di definito. Masato Otaka, vicesegretario ai rapporti con la stampa di Kishida, ha sottolineato parlando con alcuni giornalisti che “sarebbe una buona idea, non solo per uno, ma per tutti i ministri andare a vedere cosa è accaduto a Hiroshima”. Gentiloni, dal canto suo, ha detto di ritenere che troverebbe “giusto visitare il museo e il memoriale di Hiroshima”. Riguardo alla possibilità di usare la riunione anche come platea contro la proliferazione nucleare, il ministro italiano ha fatto eco a Kishida, sottolineando che “il fatto che il G7 si svolga a Hiroshima è un’opportunità per dare un messaggio alla comunità internazionale” e ha puntualizzando che “il messaggio è che gli armamenti nucleari non sono una questione del secolo scorso, ma attuale e contemporanea: il ricordo del secolo scorso deve aiutarci a lanciare un messaggio oggi, contemporanneo, per la non proliferazione”.
Il pensiero va ovviamente alla Corea del Nord che ha effettuato il 6 gennaio un test nucleare e poi dei test missilistici suscitando grande preoccupazione in Asia e in Giappone in particolare. Ne è conseguito un inasprimento delle sanzioni deciso in Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, anche con l’inedito sostegno della Cina. Kishida e Gentiloni hanno condiviso l’idea che dalla comunità internazionale debba venire una “ferma condanna” per gli atti di Pyongyang. Il ministro italiano ha garantito – secondo quanto ha detto Kishida – il sostegno di Roma all’elaborazione di una risposta decisa, anche attraverso nuove misure, per la soluzione complessiva dei problemi rappresentati dalla Corea del Nord, come rapimenti, programma nucleare e missilistico”. Quello di quest’anno sarà il primo G7 in Asia da otto anni a questa parte, quindi le tematiche asiatiche avranno una particolare attenzione, ha spiegato il capo della diplomazia nipponica. Una di queste è la Cina e il suo attivismo in particolare nei mari, che lo porta a scontrarsi nel Mar cinese meridionale con diversi paesi del Sudest asiatico e con il Giappone per quanto riguarda il possesso delle isole Senkaku (Diaoyu in cinese). I due ministri nel loro incontro, durato un’ora e tre quarti, hanno condiviso in tal senso “la necessità di affermare la libertà di navigazione sui mari, di opporci a qualsiasi tentativo di cambiare lo status quo”, ha spiegato Kishida. Quando si parla di “libertà di navigazione” ci si riferisce, nella diplomazia asiatica, al tema in particolare del Mar cinese meridionale.
Nel G7 verrà affrontato anche il tema del rapporto con la Russia, anche alla luce del conflitto in Ucraina. Entrambi i ministri hanno concordato sul fatto che, accanto a fermezza, con Mosca bisogna mantenere aperto un dialogo. “Di fronte alle crisi ci sono momenti in cui bisogna esibire fermezza, l’abbiamo fatto nella crisi ucraina, ma accanto alla fermezza è sempre indispensabile mantenere aperta la porta del dialogo”, ha spiegato il capo della diplomazia italiana. Ha concordato Kishida: “Abbiamo condiviso la necessità che i paesi G7 si trovino uniti ad affrontare la Russia, ma abbiamo condiviso la necessità di continuare il dialogo con un paese il cui ruolo è importante nel trovare la soluzione di vari problemi internazionali, a partire da quelli dello scacchiere mediorientale”. I due ministri hanno inoltre sottolineato l’importanza di un approccio globale ai temi che attengono alla sicurezza, in particolare rispetto alla lotta contro il terrorismo internazionale, che sarà uno dei punti più importanti del G7. “Il contrasto al terrorismo sarà uno dei punti fondamentali dell’agenda del G7. La minaccia terroristica attraversa tutti i continenti. E la risposta deve essere comune”, ha spiegato Gentiloni. “Bisogna – ha detto ancora il ministro italiano – reagire certamente sul terreno militare e della sicurezza, ma serve una risposta complessiva, che metta in campo risorse economiche: è una sfida sociale e culturale, e credo che Italia e Giappone nell’ambito del G7 possano contribuire a una risposta globale che è assolutamente indispensabile”. Nell’incontro, ha spiegato il ministro degli Esteri nipponico, è stato firmato un accordo per la cooperazione nell’ambito dello scambio d’informazioni d’intelligence. Uno strumento importante di collaborazione, alla luce del fatto che il nuovo approccio alla difesa e le nuove normative volute dal governo Abe forniscono strumenti nuovi al Giappone per contribuire alla sicurezza globale anche attraverso una più incisiva partecipazione a missioni di peacekeeping.