Nuova sede agenzie Ue di Londra

Nuova sede agenzie Ue di Londra
17 ottobre 2017

Milano è tra le candidature più competitive per il trasferimento da Londra, dopo la Brexit, dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), se ci si baserà sul criterio della garanzia della continuità operativa; non sarebbe competitiva, invece, se si privilegiasse l’approccio “geopolitico”, sostenuto dai paesi dell’Est ma in questo caso sbagliato, secondo cui le nuove sedi dell’Ema e dell’Autorità bancaria europea (oggi anch’essa nella capitale britannica) dovrebbero andare agli Stati membri in cui non ci sono già altre agenzie Ue. E’ quanto ha spiegato, in sostanza, il sottosegretario italiano agli Affari europei, Sandro Gozi, parlando con la stampa a margine della riunione del Consiglio Affari generali, oggi a Lussemburgo, in cui si è discusso per la prima volta a livello ministeriale delle 19 candidature per l’Ema e delle otto per l’Eba. “Non sono né pessimista né ottimista: sono determinato a portare avanti la candidatura di Milano”, ha assicurato il sottosegretario. E ha aggiunto: “Ce la metteremo tutta, per Milano e per il mercato unico, perché le nuove sedi dell’Ema e dell’Eba dovranno essere soprattutto delle buone scelte per il mercato unico” e per “la credibilità dell’Unione”. L’obiettivo, ha spiegato Gozi, “è di avere il trasferimento delle due agenzie da Londra in nuove sedi che garantiscano la piena continuità della loro attività. Occorre che le agenzie possano cessare di lavorare a Londra un venerdì alle 17.30 e riprendere il lunedì mattina successivo nelle città in cui saranno state trasferite. Questa è la nostra posizione che l’Italia e altre delegazioni hanno difeso”, portando avanti “le candidature più forti dal punto di vista tecnico oggettivo”. E questo, ha sottolineato il sottosegretario, “per assicurare il buon funzionamento dell’Eba e dell’Ema, non nell’interesse di questa o quell’altra città che dovrebbe ospitarle, ma nell’interesse del buon funzionamento del mercato unico, che ha bisogno di agenzie operative fin dal primo giorno” dopo il trasloco. Nel caso dell’Eba “per assicurare un buon lavoro di sorveglianza bancaria nell’interesse dei risparmiatori e del sistema finanziario”, e nel caso dell’Ema “per la protezione della salute”. “Noi riteniamo che questo debba essere il criterio che tutti dovrebbero seguire”.

Tuttavia, ha lamentato Gozi, “continua a esserci una diversità di approccio” da parte di altri paesi, i quali “ritengono, confondendo l’esercizio, che si tratti di creare nuove agenzie, e quindi fanno valere un criterio di equilibrio territoriale e geopolitico”, per cui le nuove sedi non dovrebbero andare agli Stati membri che ospitano già delle agenzie Ue. “Noi – ha osservato – riteniamo che questo approccio sia sbagliato, e non perché non riteniamo giusta una distribuzione equa degli esercizi delle attività in tutti i Ventisette, ma perché in questo caso non stiamo parlando di nuove agenzie, ma di assicurare il buon funzionamento e la continuità operativa di due agenzie già esistenti. Nel momento in cui si creeranno nuove agenzie Ue, partiremo certamente dai paesi che non ne hanno alcuna, ma in questo caso dobbiamo mettere avanti a tutto gli interessi dei cittadini, del mercato unico e dei consumatori, e non l’equilibrio territoriale”, ha insistito il sottosegretario. La discussione di oggi, basata sul rapporto elaborato dalla Commissione europea a fine settembre che, pur senza stabilire classifiche, valuta il rispetto, da parte di ciascun candidato, di sei criteri obiettivi per poter ospitare le nuove sedi, sarà oggetto di un rapporto che la presidenza di turno estone del Consiglio presenterà ai capi di Stato e di governo dei Ventisette venerdì prossimo, durante il vertice Ue di Bruxelles. Ma è stata soprattutto l’occasione per entrare nel vivo dei negoziati bilaterali, in cui i paesi con le candidature meno forti cercheranno di ottenere qualcosa in cambio di un loro eventuale appoggio a uno dei candidati che emergerà fra i più gettonati, al secondo turno del complesso sistema di voto previsto il 20 novembre, sempre in Consiglio Affari generali, a Bruxelles.

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Oggi, ad esempio, l’Italia ha incassato un appoggio in questo senso da parte della Grecia (che ha candidato Atene per l’Ema, ma con poche speranze), con le esplicite dichiarazioni del ministro Georgios_Katrougalos a Lussemburgo. Altri paesi che dovrebbero appoggiare Milano sono, per ora, la Croazia e la Slovenia. “Non è per caso – ha detto Gozi – che il mio collega greco abbia detto che al secondo turno voterà per Milano. Il lavoro è in corso, ed è serio e difficile e confidenziale, e non dirò quanti e quali riunioni bilaterali ho fatto. E’ facile immaginare che tutti faranno la loro corsa fino al 20 novembre”. “Noi riteniamo che Milano sia una candidatura fra le più competitive per quanto riguarda i criteri che per noi più contano, anche alla luce del rapporto della Commissione”, che lo fa “emergere in maniera oggettiva”; anche se, ha puntualizzato Gozi, quel rapporto “poteva essere fatto in modo più incisivo e approfondito dal punto di vista tecnico”. In particolare, ha spiegato, “noi avremmo auspicato un ulteriore approfondimento e magari verifiche dei punti delle singole candidature, ma ormai quella è la base di lavoro”. Comunque, “da una visione comparata e pubblica del sito della Commissione è evidente quali siano le candidature del primo gruppo e quelle del secondo; e certamente, se la maggioranza degli Stati membri facesse prevalere l’equilibrio politico territoriale non saremmo competitivi, ma secondo noi non dovrà essere quello il criterio prevalente”, ha concluso Gozi. Le candidature più forti per l’Ema, in base al rapporto della Commissione e alle preferenze espresse in un sondaggio interno da parte del personale, sembrano essere, oltre a Milano, Amsterdam, Copenaghen e Vienna (ma senza dimenticare anche Barcellona e Stoccolma), se prevalesse il criterio della continuità operativa, come appare più probabile. Resta comunque nella partita anche la capitale slovacca Bratislava, come vincitrice più probabile se invece fosse privilegiato l’approccio dell’equilibrio territoriale. A decidere sarà il voto del 20 novembre, a tre turni: con i primi tre che passano al secondo turno e ballottaggio finale al terzo turno fra i due candidati più votati.

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