Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo torna l’ora legale in Italia, che durerà per i prossimi sette mesi. È iniziato quindi il conto alla rovescia per lo spostamento delle lancette un’ora avanti: nella notte tra il 25 e il 26 marzo, alle 2 di notte, dovremo impostare il nostro orologio alle 3. Ciò vuol dire che tutti dormiremo un’ora in meno ma guadagneremo un’ora di luce in più, con un discreto risparmio sulla bolletta elettrica. Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – stima un minor consumo di energia elettrica pari a circa 555 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie. Considerando che un kilowattora costa in media al cliente domestico tipo circa 18,63 centesimi di euro al lordo delle imposte, la stima del risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2017 è pari a 104 milioni di euro.
In Italia l’ora legale nasce come misura di guerra nel 1916. Tra il 1940 e il 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda guerra mondiale. In tale occasione si ebbe il periodo di massima durata dell’ora legale: dal 14 giugno del 1940 al 2 novembre 1942. Dopo una serie di spot e go, l’ora legale venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965 in periodo di crisi energetica. L’ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre; in quell’anno specifico restò in vigore dal 22 maggio al 24 settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980 anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile e poi dal 1981 all’ultima domenica di marzo. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme al resto dell’Europa quando la fine fu spostata all’ultima domenica di ottobre. Nel 1980 un decreto modificò tali periodi anticipando il possibile inizio al 28 marzo. Due anni dopo si anticipò il potenziale periodo di avvio dell’ora legale al 15 marzo. Solo nel 2010 l’Italia recependo una direttiva comunitaria, fissò l’inizio dell’ora legale alle ore 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e il termine alle 3:00 del mattino dell’ultima domenica di ottobre. Questi orari sono stati scelti perché sono quelli in cui la circolazione dei treni e degli altri mezzi pubblici è ridotta al minimo e quindi si minimizzano i disallineamenti rispetto agli orari giornalieri programmati.