Internet: bambini sui social già a 9 anni

FAMIGLIE SEMPRE PIU' TECNOLOGICHE, IL 95% USA PC PORTATILI

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Smartphone e social network sempre più diffusi tra i giovanissimi. Con tutti i potenziali pericoli connessi ad un uso non consapevole di Internet. Questo il tema di un confronto sui rischi nel web per i minori organizzato da TIM in collaborazione con FOSI, la no profit che riunisce le 30 principali internet company mondiali, specializzata sulla sicurezza online di bambini e famiglie.Tre quarti dei bambini italiani di 9 e 10 anni già utilizzano regolarmente uno smartphone per accedere ai social network e la quasi totalità degli adolescenti è online almeno una volta al giorno, secondo una ricerca condotta da Tim con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.I rischi sono legati ai messaggi violenti o razzisti, visti online da quasi la metà degli adolescenti. Ma anche a quelli a contenuto sessuale e al cyberbullismo. Fenomeno limitato, coinvolge il 9% dei minori, ma che si conferma spesso l’esperienza più dolorosa per i ragazzi.Per il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, questi rischi devono essere compresi da tutti: “La sicurezza digitale è un problema che riguarda non solo gli stati e la sicurezza delle reti ma riguarda tutti noi e le nostre famiglie è un mondo di cui non ci rendiamo conto ma che ha assunto dimensioni incredibili. Noi in Telecom abbiamo un grande vantaggio. Con 30 milioni di clienti nel mobile e 13 milioni di clienti nel fisso abbiamo un osservatorio incredibile e per questo abbiamo costruito proprio una squadra di cavalieri bianchi, di cyberman di supereroi di 90 persone che hanno il compito di scoprire cosa succede, di scoprire quali sono i pericoli”. Pericoli che aumentano con l’uso del web, come sottolinea la curatrice della ricerca, Giovanna Mascheroni, dell’Università cattolica: “Più i ragazzi usano Internet e più è facile che si imbattano in alcuni rischi. I bambini più piccoli incontrano meno rischi però sono quelli più vulnerabili perché non sanno come gestirli per cui è importante che ci sia il supporto sia dei genitori che della scuola perché soprattutto i più piccoli hanno bisogno di avere un sostegno e una strategia di supporto di tipo sociale più che di risposte di tipo informatico o individuale”.La strategia per difendere i minori, secondo il numero uno del FOSI, Stephen Balkam, passa da tre parole d’ordine: “We say tools, rules and schools”, Strumenti regole e educazione. Il governo deve definire le regole per proteggere i più deboli e perseguire i comportamenti illeciti. Gli operatori devono creare strumenti efficaci per filtrare i contenuti e facilitare la sorveglianza dei genitori. Ma l’educazione è la cosa più importante. Parlare ai ragazzi per renderli in grado di fare scelte intelligenti su quello che vedono e su chi contattare online”. “Oggi i nostri ragazzi” conclude Recchi “devono conoscere i computer come nella mia generazione era obbligatorio sapere l’inglese, società come noi possono diventare lo strumento per questo”.